Aumenti negli incassi fino al 35 per cento con Simple minds e Giorgia
Ad una settimana dai due grandi eventi il bilancio degli operatori
sabato 2 agosto 2014
10.24
Una settimana fa l'alba di un week end musicale di "fuoco" con i concerti dei Simple Minds e di Giorgia. Ora, a bocce ferme, è tempo di bilanci. Ottima la risposta del pubblico. Da migliorare le attività collaterali offerte ai turisti e la lotta agli abusivi.
Perché è ormai evidente che la musica è commercio. E attenzione a quel verbo essere che, in questa inchiesta, è praticamente tutto, senso e obiettivo di due giorni che "magari fossero ogni giorno", come ripetuto nelle interviste dai tanti imprenditori ascoltati.
Sono stati 22 i pubblici esercizi, da banchina San Domenico a Corso Dante, interessati più da vicino dal ciclone "musica". Ma, si badi bene, anche quelli tra lungomare e villa comunale hanno risposto la stessa cosa.
Dati alla mano, questi 22 esercizi (bar, pizzerie, gelaterie, ristoranti ecc…), nei due giorni hanno avuto un aumento degli incassi in media del 25%: si va dal 35 della gelateria Cipriani (il picco, logico vista la prossimità) al 30 della pizzeria Deseadè ("visto il tempo sabato, se non ci fosse stato il concerto non avremmo lavorato", ha ammesso il titolare) fino al 10 % del ristorante "I due foscari" mentre "Dentro le mura" o "Vetusta Nursia", solo per citarne altri, ammettono di aver lavorato come sempre ma con tanti forestieri ottenendo, pertanto, una grande pubblicità.
Discorso analogo per i 2 alberghi e i 7 bed and breakfast locali. Ottimo risultato, per esempio, per "Soglow" che ha occupato le tredici suite con Giorgia e il suo staff; tutto pieno per l'occasione "Il mulino di Amleto" mentre "Sant'Angelo" ha registrato nove posti letto occupati da fan degli artisti sui quindici totali. Senza tralasciare, poi, le strutture ricettive limitrofe: ascoltate telefonicamente, a Giovinazzo, Bisceglie e Trani ringraziano. Considerati i circa centotrenta posti letto a Molfetta più che naturale trovare ospitalità fuori.
E se si continua a ragionare sulla economia locale, ecco il dato che in molti tralasciano: circa un centinaio di lavoratori impegnati sabato e domenica nella sicurezza o come hostess. Gente, detto francamente, che sarebbe rimasta a casa senza i due concerti.
Che altro ha funzionato? Il park and ride. Nella città in cui il parcheggio deve essere solo sotto casa, molfettesi e non hanno lasciato le auto muovendosi in tantissimi sui mezzi comunali.
«Per quanto ci riguarda il risultato è assolutamente positivo. Si potrebbe, tuttavia, cercare di creare una sinergia con le attività su Corso Umberto e dintorni così da spingere i turisti a muoversi per il centro abitato e far si che i vantaggi e i benefici che eventi di tale portata arrecano, giungano a quante più attività possibili, non solo di ristorazione e accoglienza», è il commento di Salvatore Farinato, responsabile di Confcommercio Molfetta.
E non è il solo a pensarla così. Gli stessi imprenditori intervistati, in coro, hanno auspicato maggiori attività collaterali in futuro, promosse da privati o dal Comune.
Dunque, questo potrebbe essere un punto facilmente migliorabile: apertura di Chiese, musei e monumenti, sagre, spazi con esposizioni così da interessare anche chi, non direttamente coinvolto dal concerto, ha deciso di trascorrere a Molfetta la serata.
Pertanto, e questo è di sicuro ciò che non è andato, bisognerebbe evitare i famosi paninari. Premesso il diritto di tutti a lavorare, è senza logica posizionarli, come sabato e domenica scorsi, in una zona densa di attività pronte a soddisfare qualsiasi esigenza: dal dolce al salato, dalla carne al pesce, dalla cucina vegetariana a quella vegana, fino ai piatti tipici nostrani.
Ed è su questo aspetto che le lamentele sono assolutamente da comprendere, visto anche l'ingente numero di abusivi.
«Sporchi, maleducati mai controllati» commenta un imprenditore il cui locale si affaccia su Corso Dante. «Hanno circondato la zona per cui io pago fior di tasse che, per giunta, io sono stato costretto a ripulire» racconta un altro. «Non è bello per un cliente, soprattutto turista, sedersi al tavolo del mio locale e anziché cenare ammirando il Duomo, il faro, i pescherecci che partono per la loro battuta, avere la visuale occupata, respirare lo scarico dei loro generatori elettrici ed essere disturbati dal fracasso della loro musica», è l'appunto del titolare di un altro esercizio.
E allora, se musica è commercio, su musica e commercio che si può ancora migliorare.
Perché è ormai evidente che la musica è commercio. E attenzione a quel verbo essere che, in questa inchiesta, è praticamente tutto, senso e obiettivo di due giorni che "magari fossero ogni giorno", come ripetuto nelle interviste dai tanti imprenditori ascoltati.
Sono stati 22 i pubblici esercizi, da banchina San Domenico a Corso Dante, interessati più da vicino dal ciclone "musica". Ma, si badi bene, anche quelli tra lungomare e villa comunale hanno risposto la stessa cosa.
Dati alla mano, questi 22 esercizi (bar, pizzerie, gelaterie, ristoranti ecc…), nei due giorni hanno avuto un aumento degli incassi in media del 25%: si va dal 35 della gelateria Cipriani (il picco, logico vista la prossimità) al 30 della pizzeria Deseadè ("visto il tempo sabato, se non ci fosse stato il concerto non avremmo lavorato", ha ammesso il titolare) fino al 10 % del ristorante "I due foscari" mentre "Dentro le mura" o "Vetusta Nursia", solo per citarne altri, ammettono di aver lavorato come sempre ma con tanti forestieri ottenendo, pertanto, una grande pubblicità.
Discorso analogo per i 2 alberghi e i 7 bed and breakfast locali. Ottimo risultato, per esempio, per "Soglow" che ha occupato le tredici suite con Giorgia e il suo staff; tutto pieno per l'occasione "Il mulino di Amleto" mentre "Sant'Angelo" ha registrato nove posti letto occupati da fan degli artisti sui quindici totali. Senza tralasciare, poi, le strutture ricettive limitrofe: ascoltate telefonicamente, a Giovinazzo, Bisceglie e Trani ringraziano. Considerati i circa centotrenta posti letto a Molfetta più che naturale trovare ospitalità fuori.
E se si continua a ragionare sulla economia locale, ecco il dato che in molti tralasciano: circa un centinaio di lavoratori impegnati sabato e domenica nella sicurezza o come hostess. Gente, detto francamente, che sarebbe rimasta a casa senza i due concerti.
Che altro ha funzionato? Il park and ride. Nella città in cui il parcheggio deve essere solo sotto casa, molfettesi e non hanno lasciato le auto muovendosi in tantissimi sui mezzi comunali.
«Per quanto ci riguarda il risultato è assolutamente positivo. Si potrebbe, tuttavia, cercare di creare una sinergia con le attività su Corso Umberto e dintorni così da spingere i turisti a muoversi per il centro abitato e far si che i vantaggi e i benefici che eventi di tale portata arrecano, giungano a quante più attività possibili, non solo di ristorazione e accoglienza», è il commento di Salvatore Farinato, responsabile di Confcommercio Molfetta.
E non è il solo a pensarla così. Gli stessi imprenditori intervistati, in coro, hanno auspicato maggiori attività collaterali in futuro, promosse da privati o dal Comune.
Dunque, questo potrebbe essere un punto facilmente migliorabile: apertura di Chiese, musei e monumenti, sagre, spazi con esposizioni così da interessare anche chi, non direttamente coinvolto dal concerto, ha deciso di trascorrere a Molfetta la serata.
Pertanto, e questo è di sicuro ciò che non è andato, bisognerebbe evitare i famosi paninari. Premesso il diritto di tutti a lavorare, è senza logica posizionarli, come sabato e domenica scorsi, in una zona densa di attività pronte a soddisfare qualsiasi esigenza: dal dolce al salato, dalla carne al pesce, dalla cucina vegetariana a quella vegana, fino ai piatti tipici nostrani.
Ed è su questo aspetto che le lamentele sono assolutamente da comprendere, visto anche l'ingente numero di abusivi.
«Sporchi, maleducati mai controllati» commenta un imprenditore il cui locale si affaccia su Corso Dante. «Hanno circondato la zona per cui io pago fior di tasse che, per giunta, io sono stato costretto a ripulire» racconta un altro. «Non è bello per un cliente, soprattutto turista, sedersi al tavolo del mio locale e anziché cenare ammirando il Duomo, il faro, i pescherecci che partono per la loro battuta, avere la visuale occupata, respirare lo scarico dei loro generatori elettrici ed essere disturbati dal fracasso della loro musica», è l'appunto del titolare di un altro esercizio.
E allora, se musica è commercio, su musica e commercio che si può ancora migliorare.