Assolti nove docenti del "Tedone", tra questi un molfettese

Non ci fu abuso d'ufficio nella gestione dei Pon. La decisione del Gup del Tribunale di Trani

venerdì 24 ottobre 2014 11.10
A cura di Isabel Romano
Si è in parte conclusa la vicenda che, nel giugno 2012, ha visto al centro di indagini della Procura di Trani il liceo scientifico "Tedone" di Ruvo di Puglia, annoverando in tutto 19 indagati, tra cui tre insegnanti molfettesi, che prestavano servizio presso il suddetto liceo. Lo scorso 10 ottobre, infatti, dinanzi al Gup del Tribunale di Trani, al termine del rito abbreviato, è stata pronunciata la sentenza nei confronti di 9 dei 17 docenti indagati – il molfettese Mauro Minervini, Giovanna Losacco, Giuseppe Tarascio, Pantaleo Giuseppe Di Terlizzi, Giovanna Palmiotto, Angela Dispoto, Margherita Leone, Angelo De Astis, e Luigi Rossini –, assolti dall'imputazione di abuso di ufficio loro ascritta. Per tutti gli altri bisognerà attendere il processo ordinario.

I fatti contestati risalgono all'anno scolastico 2008/2009. L'accusa riteneva ci fosse stata una sospetta e poco trasparente assegnazione di incarichi ad esperti interni ed esterni per i corsi del Piano operativo nazionale (Pon): una piccola "parentopoli", con incarichi a figli, conviventi e coniugi, o corsi svolti solo sulla carta, come hanno accertato le indagini condotte dal pm Antonio Savasta, senza nemmeno passare dal consiglio di istituto (così come stabilito dal ministero della Pubblica Istruzione), ma affidati secondo la discrezionalità del preside Biagio Pellegrini.
Nel registro degli indagati era stato altresì iscritto il provveditore regionale che avrebbe percepito retribuzioni nella veste di partecipante ai progetti finanziati, sui quali avrebbe dovuto svolgere controllo di legittimità, e avviando procedimento e sanzione disciplinare a carico dell'insegnante che aveva criticato e denunciato tale gestione dei Pon.

L'assoluzione dall'accusa di abuso d'ufficio, per i nove, giunge come un importante punto fermo, in una vicenda che ben presto ha valicato i confini della sfera professionale degli insegnanti coinvolti, con ripercussioni sulla sfera privata. La graduale risoluzione della vicenda lascia ora spazio alla volontà di riscatto, di riacquisire una dignità professionale in parte macchiata ingiustamente secondo la legge.
È triste, infatti, pensare che attività e progetti destinati ad arricchire i percorsi formativi di ragazzi e nuove generazioni, siano talvolta al centro di giochi di potere, nepotismo spicciolo ma capace di provocare importanti effetti sociali negativi.