Arte, musica, fede e missioni umanitarie: Molfetta si ritrova più povera senza don Gino
Sempre attento alla promozione culturale dei giovani. Nel 2022 è stato anche in Ucraina
sabato 8 giugno 2024
14.35
Molfetta ha perso nella giornata odierna un grande riferimento non solo spirituale ma anche culturale e umano.
La figura di don Gino Samarelli ha rappresentato per tanti anni un luogo sicuro per chiunque avesse avuto bisogno di una parola di conforto ma anche di sostegni concreti. Basti pensare alla missione umanitaria del marzo 2022 quando, a poche settimane dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il sacerdote ha organizzato un pullman partito da Molfetta per raggiungere la città di Leopoli, a poche decine di chilometri dal campo di battaglia, per mettere in salvo 45 profughi condotti poi in Italia.
Ma non solo una vita spesa per la pace e i valori umanitari bensì anche per la cultura e l'arte: con l'ArcheoClub di Molfetta nel 2021 ha promosso l'iniziativa Chiese Aperte e la visita alla Chiesa di San Pietro sfidando la pandemia e il tempo. "La bellezza del luogo e la sua entusiasta disponibilità sono ancora dentro di noi. Abbiamo perso un grande ma la sua traccia rimarrà indelebile nella nostra comunità" scrivono proprio dall'ArcheoClub cittadino.
Non va dimenticato anche il suo impegno editoriale e musicale: è stato direttore del settimanale diocesano Luce e Vita dal 1984 al 1987, fondatore dell'etichetta Digressione Music tutt'ora impegnata in eventi in tutto il territorio regionale.
Dallo scorso anno, infine, era parte attiva della gestione dei servizi culturali del Museo Diocesano.
La figura di don Gino Samarelli ha rappresentato per tanti anni un luogo sicuro per chiunque avesse avuto bisogno di una parola di conforto ma anche di sostegni concreti. Basti pensare alla missione umanitaria del marzo 2022 quando, a poche settimane dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il sacerdote ha organizzato un pullman partito da Molfetta per raggiungere la città di Leopoli, a poche decine di chilometri dal campo di battaglia, per mettere in salvo 45 profughi condotti poi in Italia.
Ma non solo una vita spesa per la pace e i valori umanitari bensì anche per la cultura e l'arte: con l'ArcheoClub di Molfetta nel 2021 ha promosso l'iniziativa Chiese Aperte e la visita alla Chiesa di San Pietro sfidando la pandemia e il tempo. "La bellezza del luogo e la sua entusiasta disponibilità sono ancora dentro di noi. Abbiamo perso un grande ma la sua traccia rimarrà indelebile nella nostra comunità" scrivono proprio dall'ArcheoClub cittadino.
Non va dimenticato anche il suo impegno editoriale e musicale: è stato direttore del settimanale diocesano Luce e Vita dal 1984 al 1987, fondatore dell'etichetta Digressione Music tutt'ora impegnata in eventi in tutto il territorio regionale.
Dallo scorso anno, infine, era parte attiva della gestione dei servizi culturali del Museo Diocesano.