Arresti nell'Arma, domani l'incidente probatorio in videoconferenza
Il gip Galesi ha accolto la richiesta della Procura di Bari per cristallizzare le dichiarazioni degli indagati
giovedì 28 gennaio 2021
7.04
Finalmente è arrivato il giorno del faccia a faccia, nell'inchiesta sui militari dell'Arma dei Carabinieri arrestati a Giovinazzo. Uno di questi, Domenico Laforgia, è di Molfetta. Il gip del Tribunale, Marco Galesi, ha accolto la richiesta di incidente probatorio della Procura per cristallizzare le dichiarazioni degli indagati.
Nella mattinata di domani, a Bari, collegati in videoconferenza dalle rispettive case circondariali, gli appuntati Antonio Salerno e Domenico Laforgia, reclusi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, il referente del sodalizio Mario Del Vecchio, trasferito presso l'istituto penitenziario di Badu 'e Carros, a Nuoro, e il commerciante Gerardo Giotti, rinchiuso dietro le mura di Borgo San Nicola, a Lecce, racconteranno - davanti al gip, al pm e agli avvocati - la loro versione.
L'incidente probatorio, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come una prova, assunte alla presenza delle parti ed in contraddittorio tra di loro - sarà un faccia a faccia importante - servirà a cristallizzare non solo le dichiarazioni degli arrestati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma anche quelle di Michele Giangaspero che con le sue dichiarazioni ha dato il via alle indagini.
L'attività è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari, sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federico Perrone Capano, e stando a quanto emerso dalle indagini, per anni i due militari, in servizio presso la Stazione di Giovinazzo, avrebbero ricevuto 1.000 euro al mese, somma in contanti ridotta a 500 euro e, uno dei due, anche regali e persino l'indebito risarcimento del danno per un falso incidente stradale.
I due appuntati, secondo le indagini, si sarebbero fatti consegnare questi beni da alcuni uomini vicini al clan mafioso Di Cosola, per il tramite del commerciante. In cambio i due militari avrebbero rivelato informazioni sulle operazioni di polizia giudiziaria, indagini in corso o provvedimenti restrittivi da eseguire nei confronti di affiliati all'articolazione cittadina del clan Di Cosola, fornendo, in alcune occasioni, registrazioni e verbali con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
All'incidente probatorio, che si svolgerà davanti al gip Marco Galesi, parteciperanno il pm Federico Perrone Capano e i legali Mario Malcangi per Antonio Salerno, Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi per Domenico Laforgia, Massimo Roberto Chiusolo per Mario Del Vecchio e Maurizio Masellis e Mario Mongelli per Gerardo Giotti.
Nella mattinata di domani, a Bari, collegati in videoconferenza dalle rispettive case circondariali, gli appuntati Antonio Salerno e Domenico Laforgia, reclusi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, il referente del sodalizio Mario Del Vecchio, trasferito presso l'istituto penitenziario di Badu 'e Carros, a Nuoro, e il commerciante Gerardo Giotti, rinchiuso dietro le mura di Borgo San Nicola, a Lecce, racconteranno - davanti al gip, al pm e agli avvocati - la loro versione.
L'incidente probatorio, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come una prova, assunte alla presenza delle parti ed in contraddittorio tra di loro - sarà un faccia a faccia importante - servirà a cristallizzare non solo le dichiarazioni degli arrestati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma anche quelle di Michele Giangaspero che con le sue dichiarazioni ha dato il via alle indagini.
L'attività è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari, sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federico Perrone Capano, e stando a quanto emerso dalle indagini, per anni i due militari, in servizio presso la Stazione di Giovinazzo, avrebbero ricevuto 1.000 euro al mese, somma in contanti ridotta a 500 euro e, uno dei due, anche regali e persino l'indebito risarcimento del danno per un falso incidente stradale.
I due appuntati, secondo le indagini, si sarebbero fatti consegnare questi beni da alcuni uomini vicini al clan mafioso Di Cosola, per il tramite del commerciante. In cambio i due militari avrebbero rivelato informazioni sulle operazioni di polizia giudiziaria, indagini in corso o provvedimenti restrittivi da eseguire nei confronti di affiliati all'articolazione cittadina del clan Di Cosola, fornendo, in alcune occasioni, registrazioni e verbali con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
All'incidente probatorio, che si svolgerà davanti al gip Marco Galesi, parteciperanno il pm Federico Perrone Capano e i legali Mario Malcangi per Antonio Salerno, Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi per Domenico Laforgia, Massimo Roberto Chiusolo per Mario Del Vecchio e Maurizio Masellis e Mario Mongelli per Gerardo Giotti.