Arrestato Capristo, il procuratore capo dei più importanti processi di Molfetta
Dal porto all'alga tossica fino alle morti sul lavoro e al "Francesco Padre"
martedì 19 maggio 2020
11.14
Carlo Maria Capristo è finito agli arresti domiciliari: è la notizia del giorno che scuote ancora una volta il mondo delle toghe pugliesi.
E' stata la Procura di Potenza a mettere le manette ai polsi dell'attuale procuratore di Taranto, accusandolo (va specificato che al momento resta una ipotesi di reato e occorrerà esperire tutti i gradi della giustizia per addivenire a una sentenza definitiva di condanna, assoluzione o proscioglimento, ndr) di abuso di ufficio.
Secondo la procura lucana Capristo avrebbe utilizzato la propria posizione egemone da Procuratore Capo a Trani per depistare le indagini dei pm di Milano sulle tangenti pagate dall'Eni in Nigeria.
Al netto di questa vicenda giudiziaria che, lo ribadiamo, è ancora agli inizi, Carlo Maria Capristo è l'uomo dei processi e delle indagini più importanti sugli accadimenti a Molfetta negli ultimi decenni.
Nella storia più recente si pensi alla vicenda giudiziaria sul porto commerciale di Molfetta.
Nell'ottobre 2013 è lui a parlare nella conferenza stampa indetta nella Procura di Trani per presentare la conclusione delle indagini nell'operazione "d'Artagnan" che scuote il Comune e la politica: tra gli indagati l'ex sindaco e all'epoca senatore nonchè presidente della Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini (assolto il 20 dicembre 2019 dopo aver rifiutato di avvalersi della prescrizione, ndr) ma anche l'ingegnere Enzo Balducci finito agli arresti domiciliari (anche lui assolto il 20 dicembre 2019, ndr).
Nel 2014, ad esempio, è lui a parlare davanti ai microfoni per annunciare l'apertura dell'inchiesta sulla morte sul lavoro di Nicola e Vincenzo Rizzi, padre e figlio bitontini.
Capristo lega il proprio nome anche alla tragedia del "Francesco Padre": nel 2010 è ancora lui, ad aggiornare sugli sviluppi dell'inchiesta relativa all'affondamento del peschereccio voluta grazie alle richieste e all'impegno dei parenti dei marinai.
E' stata la Procura di Potenza a mettere le manette ai polsi dell'attuale procuratore di Taranto, accusandolo (va specificato che al momento resta una ipotesi di reato e occorrerà esperire tutti i gradi della giustizia per addivenire a una sentenza definitiva di condanna, assoluzione o proscioglimento, ndr) di abuso di ufficio.
Secondo la procura lucana Capristo avrebbe utilizzato la propria posizione egemone da Procuratore Capo a Trani per depistare le indagini dei pm di Milano sulle tangenti pagate dall'Eni in Nigeria.
Al netto di questa vicenda giudiziaria che, lo ribadiamo, è ancora agli inizi, Carlo Maria Capristo è l'uomo dei processi e delle indagini più importanti sugli accadimenti a Molfetta negli ultimi decenni.
Nella storia più recente si pensi alla vicenda giudiziaria sul porto commerciale di Molfetta.
Nell'ottobre 2013 è lui a parlare nella conferenza stampa indetta nella Procura di Trani per presentare la conclusione delle indagini nell'operazione "d'Artagnan" che scuote il Comune e la politica: tra gli indagati l'ex sindaco e all'epoca senatore nonchè presidente della Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini (assolto il 20 dicembre 2019 dopo aver rifiutato di avvalersi della prescrizione, ndr) ma anche l'ingegnere Enzo Balducci finito agli arresti domiciliari (anche lui assolto il 20 dicembre 2019, ndr).
Nel 2014, ad esempio, è lui a parlare davanti ai microfoni per annunciare l'apertura dell'inchiesta sulla morte sul lavoro di Nicola e Vincenzo Rizzi, padre e figlio bitontini.
Capristo lega il proprio nome anche alla tragedia del "Francesco Padre": nel 2010 è ancora lui, ad aggiornare sugli sviluppi dell'inchiesta relativa all'affondamento del peschereccio voluta grazie alle richieste e all'impegno dei parenti dei marinai.