Approda a Lama Scotella la protesta pacifica degli ambulanti di colore

La loro richiesta: «Vogliamo solo lavorare, non vogliamo altro»

venerdì 8 agosto 2014 16.13
A cura di Andrea Teofrasto
Trattative in corso a Lama Scotella tra gli ambulanti di colore, sgomberati nelle scorse settimane da Banchina San Domenico, e l'amministrazione. «Noi vogliamo solo lavorare – dicono - non vogliamo altro». Ma, la cosa non è semplice come sembra anche se la loro richiesta è quanto mai legittima.

Il problema sta tutto nella nuova collocazione del mercato multietnico prospettata dall'amministrazione, il lungomare, per cui al momento, non esisterebbe alcuna autorizzazione scritta, solo un accordo di massima e verbale, collocazione che, comunque, non piacerebbe agli ambulanti che sono comunque tutti muniti di regolare autorizzazione per la vendita. Di qui la protesta, di queste ore a Lama Scotella messa in piedi per poter tornare su banchina san Domenico, o per regolarizzazione, per iscritto, la loro presenza sul lungomare.
«Il lavoro è dignità: siamo venditori onesti – sottolineano, fieri - non diamo fastidio a nessuno, quasi cinquanta persone vivono da quella decina di bancarelle».
E non è che abbiano poi tutti i torti: specie considerato il fatto che hanno autorizzazioni a vendere regolari (come confermato dai vigili urbani presenti).

Sta di fatto che anche se, finalmente, si dovesse trovare un accordo, la città sarebbe spaccata in due. Perché c'è chi tollera i venditori ambulanti, e anzi dà del "razzista" a chi li denuncia e contrasta. E poi c'è proprio chi non li sopporta proprio e chiede continuamente l'intervento di vigili urbani, polizia, carabinieri e guardia di finanza.

È la miseria e il sostentamento che reclama la sua umanità. E questa gente e i loro figli hanno diritto a vivere dignitosamente. Hanno diritto ad un lavoro e ad avere una casa sopra la loro testa. Purtroppo per conoscere le difficoltà economiche non è necessario andare lontano. Basta guardare oltre il proprio naso. La miseria spesso si chiama ambulantato diffuso nomade e non abusivo.