"Appaltopoli”, i pubblici ministeri chiedono la proroga delle indagini
3 i filoni d'indagine, 23 gli iscritti sul registro degli indagati. L'inchiesta ruota attorno ad una serie di appalti
domenica 11 aprile 2021
Nuovi accertamenti. Intende farli la Procura della Repubblica di Trani nell'ambito di "Appaltopoli", l'inchiesta su presunte irregolarità nei lavori di realizzazione di opere collegate al porto e in altri appalti, fra cui il rifacimento di piazza Moro: alcuni imprenditori avrebbero ottenuto lavori e incarichi in cambio di soldi e regali.
I pubblici ministeri Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, a cinque mesi dalle perquisizioni eseguite dai finanzieri del Gruppo Barletta che hanno portato al sequestro di un'importante mole di documenti concernenti appalti pubblici pilotati, hanno chiesto di prorogare le indagini preliminari dell'inchiesta che vuole far luce su appalti pilotati, amministratori pubblici accomunati da particolari interessi, funzionari compiacenti, imprenditori senza scrupoli, soldi in cambio di lavori.
C'è tutto questo nell'inchiesta giudiziaria che il 5 novembre scorso si è abbattuta come un terremoto a Molfetta. I reati contestati, a vario titolo, risalenti al periodo fra il 2018 e il 2020, sono turbativa d'asta, corruzione, abuso d'ufficio e peculato, ma anche turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. 23 gli indagati. Il nome di spicco è quello del sindaco, Tommaso Minervini, indagato per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Tra gli altri indagati l'ex assessore Mariano Caputo, il consigliere Anna Sara Castriotta, il segretario Irene Di Mauro, i dirigenti Alessandro Binetti e Enzo Balducci, Orazio Lisena, funzionario e responsabile di procedimenti con la moglie, Ottavia Paola Antonucci, funzionario, Giuseppe Mascolo, delegato dal direttore generale del Cnr-Irsa di Taranto, Nicola Falco, il "mediatore", e Patrick Atena, della Cmc di Ravenna. L'inchiesta riguarda presunte turbative d'asta relative ad alcuni lavori.
Tre i filoni d'indagine: il primo riguarda gli appalti pubblici in cui il Comune di Molfetta avrebbe proceduto indebitamente ad affidamenti diretti senza compiere le gare, favorendo imprenditori amici, il secondo i lavori di riqualificazione di piazza Moro e di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro, il terzo, infine, riguarda l'incarico del piano di monitoraggio del porto: l'appalto sarebbe stato suddiviso in più lotti per essere successivamente affidato senza gara.
In questi mesi gli inquirenti hanno studiato i documenti, i computer e i cellulari sequestrati. Intanto il pool investigativo ha chiesto la prosecuzione delle indagini, mentre i difensori degli indagati potranno presentare memorie per opporsi alla proroga. A decidere sarà il nuovo gip chiamato a sostituire Maria Grazia Caserta.
I pubblici ministeri Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, a cinque mesi dalle perquisizioni eseguite dai finanzieri del Gruppo Barletta che hanno portato al sequestro di un'importante mole di documenti concernenti appalti pubblici pilotati, hanno chiesto di prorogare le indagini preliminari dell'inchiesta che vuole far luce su appalti pilotati, amministratori pubblici accomunati da particolari interessi, funzionari compiacenti, imprenditori senza scrupoli, soldi in cambio di lavori.
C'è tutto questo nell'inchiesta giudiziaria che il 5 novembre scorso si è abbattuta come un terremoto a Molfetta. I reati contestati, a vario titolo, risalenti al periodo fra il 2018 e il 2020, sono turbativa d'asta, corruzione, abuso d'ufficio e peculato, ma anche turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. 23 gli indagati. Il nome di spicco è quello del sindaco, Tommaso Minervini, indagato per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Tra gli altri indagati l'ex assessore Mariano Caputo, il consigliere Anna Sara Castriotta, il segretario Irene Di Mauro, i dirigenti Alessandro Binetti e Enzo Balducci, Orazio Lisena, funzionario e responsabile di procedimenti con la moglie, Ottavia Paola Antonucci, funzionario, Giuseppe Mascolo, delegato dal direttore generale del Cnr-Irsa di Taranto, Nicola Falco, il "mediatore", e Patrick Atena, della Cmc di Ravenna. L'inchiesta riguarda presunte turbative d'asta relative ad alcuni lavori.
Tre i filoni d'indagine: il primo riguarda gli appalti pubblici in cui il Comune di Molfetta avrebbe proceduto indebitamente ad affidamenti diretti senza compiere le gare, favorendo imprenditori amici, il secondo i lavori di riqualificazione di piazza Moro e di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro, il terzo, infine, riguarda l'incarico del piano di monitoraggio del porto: l'appalto sarebbe stato suddiviso in più lotti per essere successivamente affidato senza gara.
In questi mesi gli inquirenti hanno studiato i documenti, i computer e i cellulari sequestrati. Intanto il pool investigativo ha chiesto la prosecuzione delle indagini, mentre i difensori degli indagati potranno presentare memorie per opporsi alla proroga. A decidere sarà il nuovo gip chiamato a sostituire Maria Grazia Caserta.