"Appaltopoli" a Molfetta, concluse le indagini preliminari: 28 indagati
Tra loro l'ex assessore Caputo, l’ex funzionario Lisena e l'ex consigliera Castriotta. Non c'è il sindaco Minervini
mercoledì 21 giugno 2023
11.13
S'è chiusa con 28 indagati - tra questi non c'è il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini - l'inchiesta con la quale la Procura della Repubblica di Trani contesta un presunto giro di tangenti in cambio degli appalti per i lavori di rifacimento di piazza Moro, quelli all'ex cementificio de Gennaro ed i lavori di bitumazione stradali.
I reati contestati a vario titolo agli indagati - 22 persone fisiche e 6 società - sono turbativa d'asta, corruzione, falso, depistaggio e peculato. In concorso tra loro ne rispondono l'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e suo fratello Giacomo, il dirigente del settore Territorio e Ambiente Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, quest'ultimo assieme alla moglie, Ottavia Paola Antonucci, e l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta.
Con loro sette tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco Giovanni e Pasquale Ieva. Tra gli indagati figurano anche il presidente della commissione di gara di uno dei vari appalti pilotati, Vincenzo Manzi, oltre a Maurizio Bonafede, Francesco Sancilio e altri. I fatti contestati agli indagati fanno riferimento al periodo tra luglio 2018 e agosto 2020, gli arresti, invece, risalgono all'8 giugno 2021.
Stando ai pubblici ministeri Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, i funzionari pubblici si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro, regali e altre utilità, per favorire gli imprenditori «amici» nell'ottenimento degli appalti, dimostrando «una capacità di piegare ogni evenienza trasformandola in occasione di guadagno».
I reati contestati a vario titolo agli indagati - 22 persone fisiche e 6 società - sono turbativa d'asta, corruzione, falso, depistaggio e peculato. In concorso tra loro ne rispondono l'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e suo fratello Giacomo, il dirigente del settore Territorio e Ambiente Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, quest'ultimo assieme alla moglie, Ottavia Paola Antonucci, e l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta.
Con loro sette tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco Giovanni e Pasquale Ieva. Tra gli indagati figurano anche il presidente della commissione di gara di uno dei vari appalti pilotati, Vincenzo Manzi, oltre a Maurizio Bonafede, Francesco Sancilio e altri. I fatti contestati agli indagati fanno riferimento al periodo tra luglio 2018 e agosto 2020, gli arresti, invece, risalgono all'8 giugno 2021.
Stando ai pubblici ministeri Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, i funzionari pubblici si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro, regali e altre utilità, per favorire gli imprenditori «amici» nell'ottenimento degli appalti, dimostrando «una capacità di piegare ogni evenienza trasformandola in occasione di guadagno».