Angela Amato: Meno entrate statali, stessi servizi
L’assessore al bilancio Angela Amato replica alle opposizioni e agli imprenditori in tema di tasse
venerdì 12 settembre 2014
8.06
Botta e risposta tra amministrazione comunale e opposizione sugli aumenti delle aliquote approvati in Consiglio. «La memoria corta affligge i consiglieri di minoranza – dice l'assessore al bilancio, Angela Amato - quando erano al governo della città hanno aumentato la tassa rifiuti senza aumentare il corrispettivo alla ASM, azienda che noi abbiamo raccolto in stato comatoso e con oltre cento dipendenti che rischiavano di rimanere senza lavoro; hanno aumentato l'addizionale IRPEF da 0,50% a 0,65% in maniera indiscriminata; hanno aumentato i valori venali dei terreni fabbricabili di oltre il 100% provocando false aspettative nei proprietari e una serie di contenziosi alcuni dei quali ancora in corso. Senza dire che parti importanti della spesa corrente sparivano dal bilancio o venivano coperte con entrate in conto capitale. Stiamo ancora lavorando per riportare ogni cosa al suo posto e fare del bilancio, del nostro bilancio, un documento trasparente che racconti la verità sulla gestione delle finanze comunali. Senza mistificazioni o maldestri maquillage».
«Abbiamo – continua l'assessore – dovuto fare i conti con le minori entrate determinate dai pesanti tagli inferti dal governo ai trasferimenti statali e dalla tanto sbandierata abrogazione dell'IMU prima casa e della mini IMU e, nel contempo, dalla necessità di dover garantire ai cittadini servizi essenziali come l'illuminazione pubblica, le manutenzioni di strade e verde, la sicurezza. Oltre a dover coprire le passività pregresse che continuano ad affiorare dai cassetti degli uffici comunali».
E poi. «Abbiamo elevato a 10mila euro il limite di reddito per l'esenzione dall'addizionale IRPEF la cui applicazione è divenuta progressiva: paga di più chi più guadagna.
A Molfetta la TASI non colpisce gli inquilini, cioè chi non è proprietario della casa dove abita, come invece avviene in quasi tutti i comuni italiani, e la sua applicazione tiene conto del reddito e del pregio dell'immobile. Mentre, la contribuzione fiscale per le seconde case e per i locali commerciali, artigianali e industriali - che abbiamo invece esentato dalla TASI - è limitato a un +0,18% sull'IMU. Ovviamente, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi che esercitano l'impresa in immobili non di proprietà non pagano né IMU né TASI.
Abbiamo inoltre introdotto un significativo sconto sull'IMU a favore di chi concede in comodato d'uso gratuito al proprio figlio o al proprio genitore un immobile di proprietà e a chi fitta a canone concordato e, infine, dopo anni di aumenti indiscriminati, abbiamo fatto giustizia riportando a livelli nettamente più equi gli esorbitanti valori venali attribuiti ai terreni fabbricabili.
Continua naturalmente la guerra agli sprechi e la politica di rigore inaugurata sin dal nostro insediamento. I cittadini molfettesi devono esser certi che ogni euro versato nelle casse del Comune sarà utilizzato per migliorare il livello dei servizi. È bene che si sappia che il 7,60 per mille dell'IMU pagata dai proprietari di fabbricati industriali (categorie D) viene versata allo Stato e che solo il 3 per mille rimane nelle casse del Comune. Mi aspetto, quindi, che le rimostranze dell'imprenditoria molfettese sappiano cogliere le giuste responsabilità e che, anzi, siano al nostro fianco contro la politica dei tagli indiscriminati alle risorse dei Comuni. Noi abbiamo fatto i salti mortali per pesare il meno possibile sulle spalle degli imprenditori e dei cittadini e, attraverso riduzioni e sconti, abbiamo tutelato le fasce deboli, compreso chi fa impresa in locali detenuti in locazione, e gli imprenditori virtuosi».
«Abbiamo – continua l'assessore – dovuto fare i conti con le minori entrate determinate dai pesanti tagli inferti dal governo ai trasferimenti statali e dalla tanto sbandierata abrogazione dell'IMU prima casa e della mini IMU e, nel contempo, dalla necessità di dover garantire ai cittadini servizi essenziali come l'illuminazione pubblica, le manutenzioni di strade e verde, la sicurezza. Oltre a dover coprire le passività pregresse che continuano ad affiorare dai cassetti degli uffici comunali».
E poi. «Abbiamo elevato a 10mila euro il limite di reddito per l'esenzione dall'addizionale IRPEF la cui applicazione è divenuta progressiva: paga di più chi più guadagna.
A Molfetta la TASI non colpisce gli inquilini, cioè chi non è proprietario della casa dove abita, come invece avviene in quasi tutti i comuni italiani, e la sua applicazione tiene conto del reddito e del pregio dell'immobile. Mentre, la contribuzione fiscale per le seconde case e per i locali commerciali, artigianali e industriali - che abbiamo invece esentato dalla TASI - è limitato a un +0,18% sull'IMU. Ovviamente, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi che esercitano l'impresa in immobili non di proprietà non pagano né IMU né TASI.
Abbiamo inoltre introdotto un significativo sconto sull'IMU a favore di chi concede in comodato d'uso gratuito al proprio figlio o al proprio genitore un immobile di proprietà e a chi fitta a canone concordato e, infine, dopo anni di aumenti indiscriminati, abbiamo fatto giustizia riportando a livelli nettamente più equi gli esorbitanti valori venali attribuiti ai terreni fabbricabili.
Continua naturalmente la guerra agli sprechi e la politica di rigore inaugurata sin dal nostro insediamento. I cittadini molfettesi devono esser certi che ogni euro versato nelle casse del Comune sarà utilizzato per migliorare il livello dei servizi. È bene che si sappia che il 7,60 per mille dell'IMU pagata dai proprietari di fabbricati industriali (categorie D) viene versata allo Stato e che solo il 3 per mille rimane nelle casse del Comune. Mi aspetto, quindi, che le rimostranze dell'imprenditoria molfettese sappiano cogliere le giuste responsabilità e che, anzi, siano al nostro fianco contro la politica dei tagli indiscriminati alle risorse dei Comuni. Noi abbiamo fatto i salti mortali per pesare il meno possibile sulle spalle degli imprenditori e dei cittadini e, attraverso riduzioni e sconti, abbiamo tutelato le fasce deboli, compreso chi fa impresa in locali detenuti in locazione, e gli imprenditori virtuosi».