Ancora uno sfregio a Lama Cupa
Tre nuove palazzine in costruzione. Pronto l'esposto
giovedì 5 novembre 2015
7.11
«Poco più di quarant'anni sono bastati per modificare di fatto Lama Cupa in tutto il suo splendore, tra muretti a secco, piante secolari ed un vero polmone verde per Molfetta. Sono passati pochi anni e Lama Cupa (nome che per comodità si da all'intera lama che, in realtà, nei vari tratti ha nomi diversi) ha cambiato la sua identità. La cementificazione di parte dell'alveo avvenuta anni orsono e l'ulteriore, recente, cementificazione del ciglio superiore della lama ha di fatto stravolto l'orografia di quel territorio, sottoponendo la zona ad eventuali fenomeni di tipo idrogeologico, cosa già avvenuta nel recente passato».
Comincia così il comunicato della Lac Puglia a firma del delegato Pasquale Salvemini.
«Lama Cupa - continua - ha origine dalle Murge bitontine, attraversa il territorio di Terlizzi e quello di Molfetta per terminare alla Prima Cala. Cenni storici documentano che le ondate di piena, più o meno intense, sono state registrate ad agosto 1914, anno 1915, anno 1916, anno 1926, anno 1953, febbraio 1955, settembre 1969, novembre 1997 (solo per portare alla memoria quelle del secolo scorso) e ottobre 2005. Di altre ondate di piena è rimasto il ricordo (indicato dai documenti, dai libri e dalle testimonianza dirette) senza che si possa indicarne con certezza la data. I margini della lama sono soggetti continuamente a fenomeni naturali di erosione (così come avviene anche per il Pulo) che tendono ad allargarne l'alveo; tale fenomeno erosivo si accresce in occasione delle piogge e, ancora di più, in occasione delle ondate di piena. Essi sono spesso costituiti da roccia fessurata e con cavità; perciò i margini della lama sono da considerarsi intrinsecamente instabili sul medio-lungo periodo di tempo. I calcoli danno per Lama Cupa una portata di massima piena di 50 m3/s con un volume totale di acqua di 1.000.000 m3. In poche parole se dovessimo avere la massima portata molte delle ultime costruzioni andranno danneggiate».
«Eppure nonostante ciò, si continuano a trascurare raccomandazioni e indicazioni in materia urbanistica e paesaggistica. – afferma Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lac Puglia – Da poche settimane proprio a ridosso del complesso Meral e sul ciglio della parte finale di Lama Cupa prima di sfociare alla Prima Cala, si scava per realizzare altre tre nuove palazzine di 5 piani ciascuna. Qualcuno la chiama edilizia convenzionata, noi per merito la definiamo edilizia irresponsabile. Ebbene ancora una volta ci si rende conto che siamo dinanzi ad una Italia che cammina su binari diversi: da un lato il binario della irresponsabilità gestionale del territorio, dall'altro quello della ipocrisia sui buoni propositi. Quando ci sono i disastri le varie amministrazioni non perdono tempo a chiedere lo stato di calamità proprio sugli errori da loro stesse commessi».
«Al di là delle autorizzazioni rilasciate in passato – conclude Salvemini – vogliamo vederci chiaro e per questo presenteremo in procura dettagliato esposto. È importante sottolineare che la tutela del nostro paesaggio è prevista dall'art. 9 della Costituzione Italiana. Ma come ricorda una canzone di Mina solo a ...parole, parole, parole!».
Comincia così il comunicato della Lac Puglia a firma del delegato Pasquale Salvemini.
«Lama Cupa - continua - ha origine dalle Murge bitontine, attraversa il territorio di Terlizzi e quello di Molfetta per terminare alla Prima Cala. Cenni storici documentano che le ondate di piena, più o meno intense, sono state registrate ad agosto 1914, anno 1915, anno 1916, anno 1926, anno 1953, febbraio 1955, settembre 1969, novembre 1997 (solo per portare alla memoria quelle del secolo scorso) e ottobre 2005. Di altre ondate di piena è rimasto il ricordo (indicato dai documenti, dai libri e dalle testimonianza dirette) senza che si possa indicarne con certezza la data. I margini della lama sono soggetti continuamente a fenomeni naturali di erosione (così come avviene anche per il Pulo) che tendono ad allargarne l'alveo; tale fenomeno erosivo si accresce in occasione delle piogge e, ancora di più, in occasione delle ondate di piena. Essi sono spesso costituiti da roccia fessurata e con cavità; perciò i margini della lama sono da considerarsi intrinsecamente instabili sul medio-lungo periodo di tempo. I calcoli danno per Lama Cupa una portata di massima piena di 50 m3/s con un volume totale di acqua di 1.000.000 m3. In poche parole se dovessimo avere la massima portata molte delle ultime costruzioni andranno danneggiate».
«Eppure nonostante ciò, si continuano a trascurare raccomandazioni e indicazioni in materia urbanistica e paesaggistica. – afferma Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lac Puglia – Da poche settimane proprio a ridosso del complesso Meral e sul ciglio della parte finale di Lama Cupa prima di sfociare alla Prima Cala, si scava per realizzare altre tre nuove palazzine di 5 piani ciascuna. Qualcuno la chiama edilizia convenzionata, noi per merito la definiamo edilizia irresponsabile. Ebbene ancora una volta ci si rende conto che siamo dinanzi ad una Italia che cammina su binari diversi: da un lato il binario della irresponsabilità gestionale del territorio, dall'altro quello della ipocrisia sui buoni propositi. Quando ci sono i disastri le varie amministrazioni non perdono tempo a chiedere lo stato di calamità proprio sugli errori da loro stesse commessi».
«Al di là delle autorizzazioni rilasciate in passato – conclude Salvemini – vogliamo vederci chiaro e per questo presenteremo in procura dettagliato esposto. È importante sottolineare che la tutela del nostro paesaggio è prevista dall'art. 9 della Costituzione Italiana. Ma come ricorda una canzone di Mina solo a ...parole, parole, parole!».