Ancora una tartaruga spiaggiata sul litorale di Molfetta
La testuggine, in avanzato stato di decomposizione, è stata ritrovata nei pressi del lido Bahia
martedì 5 maggio 2020
10.18
Una tartaruga in evidentissimo stato di decomposizione è stata ritrovata sul litorale di Molfetta, nei pressi del lido Bahia. L'animale, della specie caretta caretta, è giunto già morto sulla spiaggia, spinto lungo la battigia dal vento di maestrale di ieri mattina.
L'esemplare, che misurava 75 centimetri di lunghezza di carapace, riportava un prolasso cloacale «sinonimo - spiega Pasquale Salvemini, responsabile del centro recupero tartarughe marine di Molfetta - di un decesso avvenuto per annegamento dovuto, molto probabilmente ad una cattura accidentale all'interno delle reti a strascico che, per diverse ore, ha impedito alla tartaruga di risalire in superficie per poter respirare».
«È bene ricordare che le tartarughe marine sono dotate di polmoni, quindi, anche se passano gran parte della loro giornata in acqua, hanno comunque bisogno di risalire in superficie per respirare. E se questo, purtroppo, non avviene - prosegue Salvemini -, la maggior parte di loro muoiono per annegamento, dovuto proprio alla lunga permanenza sott'acqua, o per embolia polmonare, a causa della pesca accidentale in una rete a strascico».
Sul posto, per il relativo sopralluogo, sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto di Molfetta, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e gli attivisti del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. La carcassa sarà recuperata nelle prossime ore per lo smaltimento finale.
L'esemplare, che misurava 75 centimetri di lunghezza di carapace, riportava un prolasso cloacale «sinonimo - spiega Pasquale Salvemini, responsabile del centro recupero tartarughe marine di Molfetta - di un decesso avvenuto per annegamento dovuto, molto probabilmente ad una cattura accidentale all'interno delle reti a strascico che, per diverse ore, ha impedito alla tartaruga di risalire in superficie per poter respirare».
«È bene ricordare che le tartarughe marine sono dotate di polmoni, quindi, anche se passano gran parte della loro giornata in acqua, hanno comunque bisogno di risalire in superficie per respirare. E se questo, purtroppo, non avviene - prosegue Salvemini -, la maggior parte di loro muoiono per annegamento, dovuto proprio alla lunga permanenza sott'acqua, o per embolia polmonare, a causa della pesca accidentale in una rete a strascico».
Sul posto, per il relativo sopralluogo, sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto di Molfetta, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e gli attivisti del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. La carcassa sarà recuperata nelle prossime ore per lo smaltimento finale.