«Ancora incendi di auto. E domani a chi toccherà?»
Secondo il Liberatorio dall'inizio dell’anno i numeri ci dicono che ci sono state già 15 auto danneggiate dai roghi notturni
sabato 1 giugno 2019
«Anche se i numeri a volte sembrano non interessare ai più, in questo caso sono quelli che ci permettono di affermare che siamo purtroppo in allarme sicurezza in città». Ad affermarlo, sul proprio blog, è il Liberatorio Politico.
«Dall'inizio dell'anno - continua la nota - i numeri ci dicono che ci sono state già 15 auto danneggiate dai roghi notturni, un'auto è stata distrutta da una bomba carta in pieno giorno, un'altra bomba carta è deflagrata nei pressi della parrocchia Madonna della Rosa ma non si conosce il destinatario, un box del "mercato diffuso" distrutto dalle fiamme. Se i numeri continueranno con questa frequenza, il 2019 potrebbe risultare il più incendiario e deflagrante degli ultimi 12 anni.
Nelle riflessioni della pagina dedicata "E domani a chi toccherà", non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali oppure dovuti, solo e semplicemente, a corto circuiti, autocombustione o motivi "passionali".
Abbiamo chiesto alle amministrazioni di turno di sollecitare l'intervento della Prefettura o Procura, affinché fosse istituito un fascicolo unico per avviare indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se a Molfetta, e nelle città limitrofe, siamo di fronte a operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva.
Al momento nulla di tutto questo ci risulta essere stato fatto, o per lo meno non ci è stata data notizia dai nostri interlocutori istituzionali. Anche nell'ultima riunione del "Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali" del 7 maggio scorso, nonostante le nostre sollecitazioni e le ultimissime vicende di microcriminalità, il presidente Nicola Piergiovanni e le altre figure istituzionali, non hanno ritenuto di relazionare sugli episodi di cui ci stiamo occupando.
L'amministrazione comunale e il sindaco in tutti questi mesi, non solo dopo i ripetuti incendi d'auto, ma anche dopo tre pericolosissime sparatorie in città, atti dinamitardi, rapine, furti d'auto e di appartamento, non hanno ritenuto di spendere una sola parola in merito.
Per assurdo, e sarcasticamente, anche se fossimo di fronte a incidenti di autocombustione, o corto circuito, lo stesso sindaco dovrebbe chiedere l'intervento della Protezione Civile per capire cosa accade alle nostre auto che prendono fuoco sempre di notte, sia d'estate che d'inverno, o invitare le case costruttrici delle auto bruciate a verificare la loro produzione perché a Molfetta le loro auto s'incendiano da sole procurando danni al patrimonio privato e pubblico.
E domani - conclude il movimento civico di Matteo d'Ingeo - a chi toccherà?».
«Dall'inizio dell'anno - continua la nota - i numeri ci dicono che ci sono state già 15 auto danneggiate dai roghi notturni, un'auto è stata distrutta da una bomba carta in pieno giorno, un'altra bomba carta è deflagrata nei pressi della parrocchia Madonna della Rosa ma non si conosce il destinatario, un box del "mercato diffuso" distrutto dalle fiamme. Se i numeri continueranno con questa frequenza, il 2019 potrebbe risultare il più incendiario e deflagrante degli ultimi 12 anni.
Nelle riflessioni della pagina dedicata "E domani a chi toccherà", non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali oppure dovuti, solo e semplicemente, a corto circuiti, autocombustione o motivi "passionali".
Abbiamo chiesto alle amministrazioni di turno di sollecitare l'intervento della Prefettura o Procura, affinché fosse istituito un fascicolo unico per avviare indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se a Molfetta, e nelle città limitrofe, siamo di fronte a operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva.
Al momento nulla di tutto questo ci risulta essere stato fatto, o per lo meno non ci è stata data notizia dai nostri interlocutori istituzionali. Anche nell'ultima riunione del "Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali" del 7 maggio scorso, nonostante le nostre sollecitazioni e le ultimissime vicende di microcriminalità, il presidente Nicola Piergiovanni e le altre figure istituzionali, non hanno ritenuto di relazionare sugli episodi di cui ci stiamo occupando.
L'amministrazione comunale e il sindaco in tutti questi mesi, non solo dopo i ripetuti incendi d'auto, ma anche dopo tre pericolosissime sparatorie in città, atti dinamitardi, rapine, furti d'auto e di appartamento, non hanno ritenuto di spendere una sola parola in merito.
Per assurdo, e sarcasticamente, anche se fossimo di fronte a incidenti di autocombustione, o corto circuito, lo stesso sindaco dovrebbe chiedere l'intervento della Protezione Civile per capire cosa accade alle nostre auto che prendono fuoco sempre di notte, sia d'estate che d'inverno, o invitare le case costruttrici delle auto bruciate a verificare la loro produzione perché a Molfetta le loro auto s'incendiano da sole procurando danni al patrimonio privato e pubblico.
E domani - conclude il movimento civico di Matteo d'Ingeo - a chi toccherà?».