Altre due tartarughe morte spiaggiate a Molfetta
La prima in località San Giacomo, la seconda sul lungomare Colonna. È intervenuta la Guardia Costiera
venerdì 31 gennaio 2020
7.42
Due esemplari di tartarughe marine della specie caretta caretta, la specie fortemente minacciata in tutto il bacino del mar Mediterraneo, sono state ritrovate a Molfetta: il doppio spiaggiamento è stato presumibilmente causato delle mareggiate che hanno investito la costa a nord di Bari nelle ultime settimane.
A segnalare la loro presenza sulla battigia sono state diverse persone che si sono rivolte alla Capitaneria di Porto di Molfetta. Il primo giovane esemplare è stato ritrovato in località cala San Giacomo (l'esemplare di caretta caretta, specie ormai al limite dell'estinzione nelle acque italiane, era già morto, nda), il secondo sul lungomare Colonna, nei pressi della sede dell'Inps: anche in questo caso si tratta di una tartaruga giovane, purtroppo priva di vita.
La segnalazione del doppio ritrovamento è stata girata anche ai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e ai volontari del centro di recupero tartarughe marine, la struttura di Molfetta sempre pronti ad accogliere le tartarughe in difficoltà, una specie protetta dalla convenzione di Washington. I suoi nemici principali non sono soltanto il freddo e l'inquinamento marino, ma anche le reti da pesca in cui spesso finiscono impigliate senza più riuscire ad emergere.
Ogni anno, infatti, decine di migliaia di tartarughe marine nel mondo finiscono nelle reti a strascico usate per la pesca: «L'esemplare più giovane - dice Pasquale Salvemini - si è spiaggiato a cala San Giacomo, morto da una decina di giorni, presentava lesioni da costrizione sul collo, quindi è probabilmente finito in una rete da posta. Per l'altra carcassa, invece, in avanzato stato di decomposizione, è difficile, da una ricostruzione visiva, risalire alle cause della morte».
Per il responsabile regionale del WWF, «il rischio esiste anche per quelle catturate dalle reti a strascico, dagli ami dei palangari e dalle reti fisse. Per fortuna negli ultimi anni i sistemi di prevenzione e le attività di sensibilizzazione rivolte ai pescatori con vari progetti hanno ridotto queste catture». Ma «il rischio rimane alto: per questo 5 centri di recupero gestiti dal WWF (tra cui quello di Molfetta, l'unico - con quello di Torre Guaceto - in Puglia) sono sempre in allerta».
Il centro di Molfetta soccorre e salva la vita a centinaia di tartarughe ogni anno. Ma gli Stati dell'Unione Europea devono attuare misure che eliminino la cattura delle tartarughe, mentre nel mar Mediterraneo bisogna applicare misure di contenimento dell'inquinamento se vogliamo davvero proteggere le tartarughe.
A segnalare la loro presenza sulla battigia sono state diverse persone che si sono rivolte alla Capitaneria di Porto di Molfetta. Il primo giovane esemplare è stato ritrovato in località cala San Giacomo (l'esemplare di caretta caretta, specie ormai al limite dell'estinzione nelle acque italiane, era già morto, nda), il secondo sul lungomare Colonna, nei pressi della sede dell'Inps: anche in questo caso si tratta di una tartaruga giovane, purtroppo priva di vita.
La segnalazione del doppio ritrovamento è stata girata anche ai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e ai volontari del centro di recupero tartarughe marine, la struttura di Molfetta sempre pronti ad accogliere le tartarughe in difficoltà, una specie protetta dalla convenzione di Washington. I suoi nemici principali non sono soltanto il freddo e l'inquinamento marino, ma anche le reti da pesca in cui spesso finiscono impigliate senza più riuscire ad emergere.
Ogni anno, infatti, decine di migliaia di tartarughe marine nel mondo finiscono nelle reti a strascico usate per la pesca: «L'esemplare più giovane - dice Pasquale Salvemini - si è spiaggiato a cala San Giacomo, morto da una decina di giorni, presentava lesioni da costrizione sul collo, quindi è probabilmente finito in una rete da posta. Per l'altra carcassa, invece, in avanzato stato di decomposizione, è difficile, da una ricostruzione visiva, risalire alle cause della morte».
Per il responsabile regionale del WWF, «il rischio esiste anche per quelle catturate dalle reti a strascico, dagli ami dei palangari e dalle reti fisse. Per fortuna negli ultimi anni i sistemi di prevenzione e le attività di sensibilizzazione rivolte ai pescatori con vari progetti hanno ridotto queste catture». Ma «il rischio rimane alto: per questo 5 centri di recupero gestiti dal WWF (tra cui quello di Molfetta, l'unico - con quello di Torre Guaceto - in Puglia) sono sempre in allerta».
Il centro di Molfetta soccorre e salva la vita a centinaia di tartarughe ogni anno. Ma gli Stati dell'Unione Europea devono attuare misure che eliminino la cattura delle tartarughe, mentre nel mar Mediterraneo bisogna applicare misure di contenimento dell'inquinamento se vogliamo davvero proteggere le tartarughe.