Aiuto concreto a favore di anziani non autosufficienti e bambini

Prorogato al 2018 il programma PNSCIA. Ne parliamo con il prefetto Silvana Riccio

venerdì 9 settembre 2016 17.18
All'apparenza l'acronimo PNSCIA risulta un po' ostico. Nella realtà il Programma Nazione Servizi di Cura all'Infanzia e agli Anziani non autosufficienti, inserito nel Piano di Azione e Coesione (PAC), è un importante strumento a disposizione di Comuni e degli Enti locali per cercare di risolvere o ridurre le problematiche che investono due delicatissime fasce di popolazione: bimbi nei primissimi anni di vita e anziani in difficoltà. Recentemente il programma è stato prorogato al 2018 e, già a partire dal 2015, ha visto la realizzazione di interventi a Molfetta e a Giovinazzo.
Abbiamo voluto capirne di più discutendone direttamente con l'Autorità di Gestione dei Fondi PAC, il Prefetto Silvana Riccio.

Dottoressa Riccio, quali sono gli obiettivi generali del Programma PNSCIA ?

Il Programma Nazionale servizi di cura all'infanzia e agli anziani non autosufficienti (PNSCIA), che fa parte del più generale Piano di Azione e Coesione (PAC), nasce nel 2013 dalla riprogrammazione del Fondo di Cofinanziamento Nazionale (ex lege 183/1987) e dalla Delibera CIPE n. 96 del 3 agosto 2012.
Il Programma ha come fine l'obiettivo di incrementare il livello dei servizi per alcune delle fasce più fragili della popolazione, in particolare anziani oltre i 65 anni non autosufficienti e bambini nella fascia di età fino a 3 anni. Il Programma Nazionale ha previsto che le risorse affluiscano direttamente dal Ministero dell'Interno ai Beneficiari finali (Comuni capofila ex lege 328/2000), senza intermediazione da parte delle Regioni, che svolgono, invece, il controllo di primo livello sulla rendicontazione del Programma sulla base di convenzioni sottoscritte con l'Autorità di gestione.
I beneficiari – aspetto fortemente innovativo – sono direttamente gli Ambiti/Distretti di cui alla legge 328/2000 e, per essi, il Comune capofila, per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, nelle quali il livello generale dei servizi sociali ed assistenziali va migliorato. Si tratta di un intervento straordinario di durata limitata nel tempo che è stato recentemente prorogato fino al 2018.
La formula è quella di affiancarsi ai servizi già esistenti sul territorio potenziandone l'azione.
Per quanto riguarda gli anziani si è puntato sull'incremento dell'assistenza domiciliare, in modo che l'assistenza sociale e socio-sanitaria raggiunga il maggior numero di persone incapaci di provvedere a sé stesse. Per l'infanzia invece lo scopo principale è stato aumentare qualità e quantità dell'offerta di posti in asili nido, un servizio di cui si sente molto il bisogno ma che non sempre i Comuni hanno la possibilità di sostenere.
Per quanto l'intero Programma al fondo sono stati attribuiti originariamente 730 milioni di euro, dei quali 400 milioni per l'infanzia e 330 milioni per gli anziani. Successivamente, con la legge di Stabilità del 2015, l'importo delle risorse è stato riprogrammato in euro 627.636.020. Gli stanziamenti sono stati divisi in due riparti distinti tra loro. In complesso alla Campania sono stati assegnati 101.057.601,08 per l'infanzia 78.966.610,90 euro per gli anziani, per la Calabria 48.837.102,45 euro per l'infanzia e 38.161.409,19 euro per gli anziani, alla Puglia 82.500.185,67 per l'infanzia e 64.465.809,51 euro per gli anziani, alla Sicilia 106.900.754,43 per l'infanzia 87.917.466,18 euro per gli anziani.

Come si richiedono i finanziamenti del Programma PNSCIA?

I finanziamenti sono destinati agli enti locali, che ottengono i fondi e li impiegano per i servizi che intendono offrire. Dato che la realtà comunale presenta situazioni molto differenziate, con comuni talora molto grandi e altre volte molto piccoli, per l'erogazione dei servizi del PNSCIA si è deciso di privilegiare gli ambiti territoriali ex lege 328/200, permettendo una più equilibrata distribuzione delle risorse. Dunque i finanziamenti sono assegnati agli Ambiti territoriali o Distretti socio-assistenziali, sono già costituiti in ogni Regione e raggruppano porzioni di territorio anche non omogenee.
Per ottenere i fondi è indispensabile che ogni Ambito o Distretto, attraverso il proprio Comune capofila,presenti un piano di intervento articolato nei vari aspetti delle singole azioni che si vogliono intraprendere, rispettando le Linee guida del Programma. Il piano deve indicare analiticamente tempi, modi, risorse necessarie e numero di utenti che usufruiranno del beneficio dei nuovi servizi. La fase di messa a punto di questi piani prevede un ampio coinvolgimento sia dei rappresentanti dei Comuni, degli esponenti del terzo settore, dei sindacati e, più in generale, di tutti coloro che ne potrebbero essere interessati o coinvolti nel rispetto del ruolo del partenariato economico-sociale.
Naturalmente la programmazione deve rispondere non solo ai bisogni del territorio, deve anche rispettare norme e regolamenti in vigore e garantire ai lavoratori impegnati dei compensi in linea coi contratti collettivi di lavoro. Un apposito ufficio presso l'Autorità di Gestione del PNSCIA si occupa di verificare il rispetto di tali requisiti. Attualmente tutte le risorse sono state ripartite.

Tenuto conto che gli interventi del Programma PNSCIA sono aggiuntivi, e si affiancano ai piani di attività assistenziali degli Enti Locali, ci sono stati problemi di raccordo fra le due tipologie di intervento? Si sono integrate facilmente? Si sono registrati ritardi nell'attuazione?

In termini generali si può dire che gli enti locali sono stati ben felici di avere risorse aggiuntive da impegnare per dare nuovi servizi ai cittadini, soprattutto in una situazione in cui gli stringenti vincoli di bilancio hanno ridotto il margine di azione. Laddove c'erano già delle iniziative in atto si sono potenziate, in altri casi sono state attivate ex novo.
Dal punto di vista della programmazione l'integrazione fra le due tipologie di intervento non ha presentato particolari difficoltà. Per quanto riguarda l'attuazione vera e propria ci sono state delle difformità tra un contesto e l'altro. Ciò deriva da numerosi fattori, legati più che altro a problematiche locali, e quindi non tutti gli Ambiti e Distretti sono stati in grado di avviare i servizi con rapidità.
Una certa difficoltà da parte degli Ambiti e dei Distretti la si è riscontrata nel processo di rendicontazione delle spese. Ciò non deve sorprendere perché il sistema impiegato ricalca in buona parte lo schema adottato nei progetti finanziati coi fondi UE, le cui specifiche sono meno conosciute agli amministratori locali. Per superare tali difficoltà si è attivato in seno agli uffici dell'Autorità di Gestione un nucleo dedicato a verificare questi passaggi amministrativi ed aiutare le realtà locali.
Anche le Prefetture – UTG capoluoghi di Regione hanno rappresentato un centro di snodo di particolare importanza, con l'apporto di Program manager di indubbia professionalità.

Ad oggi è possibile fare un primo bilancio dei risultati ottenuti dal Programma PNSCIA?

Tenuto conto dei due riparti si tratta, per la Puglia, di 82.500.185,67 euro assegnati all'infanzia e 64.465.809,51 euro riservati agli anziani. Le somme sono suddivise tra i 44 Ambiti territoriali della Regione, con importi ponderati rispetto alla popolazione residente.
A conclusione delle procedure di istruttoria previste per l'infanzia sono stati finanziati progetti pari a di poco più di 76 milioni di euro, con un residuo non impegnato inferiore all'8%, mentre gli anziani siamo alla quasi totalità della somma disponibile, con oltre 64 milioni di euro. Indubbiamente si tratta di un notevole risultato che testimonia l'apprezzamento e l'impegno delle amministrazioni locali nonché della capacità operativa degli uffici dell'Autorità di Gestione.

Una politica di inclusione e tutela delle fasce deboli della popolazione, quali sono anziani e bambini, rappresenta un obiettivo importante, che spazio è stato dato alle attività di comunicazione e di informazione al pubblico, agli utenti dei servizi sociali?

L'ascolto delle esigenze della popolazione è stato largamente tenuto in considerazione fin dalle prime mosse di programmazione degli interventi. Come detto si sono interpellate le molteplici organizzazioni che innervano il tessuto sociale: sindacati, associazioni di volontariato, comitati e ogni altro attore sociale interessato allo sviluppo delle azioni da intraprendere.
Per quanto riguarda le informazioni da dare alla popolazione in merito agli interventi realizzati i diversi Comuni, attraverso i loro canali istituzionali, hanno svolto adeguata opera di pubblicizzazione. Accanto a ciò le numerose ramificazioni sul territorio rappresentate dalle organizzazioni formali ed informali che ruotano attorno al terzo settore hanno svolto la loro parte. Nel complesso la popolazione ha tratto effettivo giovamento dalla maggiore offerta di servizi.
Su un piano più generale l'Autorità di Gestione ha attivato un sito Internet dedicato al PNSCIA (pacinfanziaeanziani.interno.gov.it) sul quale si possono trovare tutte le notizie e la documentazione che riguarda il Programma. D'altro canto l'Autorità di Gestione si sta impegnando in una campagna di informazione più ampia, volta a tutta la cittadinanza, che ha comunque diritto ad essere informata sulle attività intraprese dalla Pubblica Amministrazione.

Pensa che l'esperienza del Programma PNSCIA, per quanto finora realizzato, abbia fornito alle Amministrazioni locali una migliore capacità di programmazione nella pianificazione e gestione degli interventi in ambito socio-assistenziale?

Senza dubbio sì. Tenga presente che gli enti territoriali hanno dovuto affrontare un terreno impegnativo, con qualche incognita.
Le procedure richieste per presentare i piani di intervento, ed i successivi adempimenti da espletare per rendere conto delle somme spese, si discostano dal metodo usualmente impiegato nella Pubblica Amministrazione. La progettazione sia del piano che dei singoli interventi richiedeva un grado di analiticità ed accuratezza molto elevato, così come la rendicontazione delle spese. Doversi confrontare con parametri tanto stringenti ha creato qualche difficoltà soprattutto nei centri più piccoli, ma ha dato per contro l'opportunità di elevare il livello di competenze del personale delle amministrazioni locali.

Quali sono stati gli interventi realizzati nel territorio di Molfetta?

Per quanto riguarda l'Ambito di Molfetta, che comprende i Comuni di Molfetta e Giovinazzo, in totale sono stati assegnati fondi per l'infanzia pari a 1.497.494,17 euro, mentre per gli anziani sono 1.362.041,35 euro.
A Molfetta c'è un asilo nido comunale con 69 bambini per il quale sono stati richiesti finanziamenti a partire dall'anno scolastico 2015-2016. L'intervento estende il servizio alla fascia pomeridiana nel periodo da settembre a giugno e l'apertura nei mesi estivi per gli anni 2015 e 2016. Il programma di sostegno a questo asilo, incrementato a 70 utenti, si esaurirà a fine giugno 2017, e l' ambito a maggio 2016 ha ricevuto gli anticipi anche su secondo riparto.
Per l'anno scolastico 2016-2017 è programmata inoltre l'apertura di una sezione di asilo nido riservata alla fascia di età 24-36 mesi, la cosiddetta "Sezione Primavera", per 10 bambini nel Comune di Giovinazzo.
Altri fondi sono stati poi assegnati per l'acquisto di 27 posti utente in asili nido convenzionati nel Comune di Giovinazzo e di 20 posti nel Comune di Molfetta per l'anno scolastico 2015-2016. Per l'anno scolastico 2016-2017 è previsto l'incremento a 98 posti utente da acquistare in strutture accreditate nei Comuni di Giovinazzo e Molfetta.
Quanto agli anziani l'intervento finanziato nel 2015 ha riguardato coloro che avevano bisogno di assistenza domiciliare integrata con l'assistenza sanitaria, ha interessato 127 utenti per complessive 33.280 ore di assistenza. Per il 2016, oltre al mantenimento degli interventi di assistenza domiciliare integrata con l'assistenza sanitaria, si finanzierà anche l'intervento assistenziale domiciliare rivolto ad altri 127 anziani.
Tutto questo in aggiunta, e non in sostituzione, di quanto già l'Ambito non faccia con risorse proprie. Di tutta evidenza un aiuto davvero ragguardevole.

Alla fine del Programma, cosa si augura che rimanga dell'esperienza fatta col PNSCIA?

Mi auguro una più accurata ed attenta capacità di programmazione degli operatori del sociale dei Comuni e una capacità di rendicontazione da parte degli stessi Comuni, che serve non solo al Programma servizi di cura per infanzia e anziani ma per qualsivoglia gestione dei fondi comunitari.
Incrementare la capacità di spesa delle Regioni dell'obiettivo convergenza è un obiettivo ancora da raggiungere.