Agguato in via Ruvo: il 18enne lascia il carcere. Ai domiciliari
Il Gip di Trani ha accolto l’istanza dell'avvocato del giovane, riconoscendo l’affievolimento delle esigenze cautelari
venerdì 27 maggio 2022
18.26
Passa agli arresti domiciliari, che sconterà sotto sorveglianza elettronica, il 18enne B.A., accusato di aver ferito un 33enne, al culmine di una lite riconducibile a futili motivi. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, su istanza della difesa.
I fatti risalgono al 31 dicembre scorso quando, in via Ruvo il 18enne esplose due colpi di pistola da una semiautomatica calibro 32 «con l'intenzione - si legge - di uccidere». Il 33enne, infatti, «fu attinto da un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata in una parte vitale del corpo (la testa) e solo la prontezza di riflessi della vittima riusciva ad impedire la sua probabile morte». I due bossoli - uno calibro 7.65, l'altro 32 e un proiettile incamiciato - furono repertati dai Carabinieri.
Le indagini permisero di ricostruire i passaggi della vicenda, permettendo di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» a carico dell'autore. Il giudice per le indagini preliminari, nonostante il parere contrario del pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, ha accolto l'istanza del suo legale, Tommaso Poli, e «considerato il tempo trascorso dalla commissione dei fatti», ha ritenuto che le esigenze cautelari «possano essere soddisfatte con la meno gravosa misura dei domiciliari».
Il 18enne, accusato dei reati di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco perché avrebbe «compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» del 33enne, ha lasciato il carcere di Foggia, dopo un periodo a Turi, per far ritorno nella propria casa: sconterà i domiciliari col braccialetto elettronico.
I fatti risalgono al 31 dicembre scorso quando, in via Ruvo il 18enne esplose due colpi di pistola da una semiautomatica calibro 32 «con l'intenzione - si legge - di uccidere». Il 33enne, infatti, «fu attinto da un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata in una parte vitale del corpo (la testa) e solo la prontezza di riflessi della vittima riusciva ad impedire la sua probabile morte». I due bossoli - uno calibro 7.65, l'altro 32 e un proiettile incamiciato - furono repertati dai Carabinieri.
Le indagini permisero di ricostruire i passaggi della vicenda, permettendo di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» a carico dell'autore. Il giudice per le indagini preliminari, nonostante il parere contrario del pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, ha accolto l'istanza del suo legale, Tommaso Poli, e «considerato il tempo trascorso dalla commissione dei fatti», ha ritenuto che le esigenze cautelari «possano essere soddisfatte con la meno gravosa misura dei domiciliari».
Il 18enne, accusato dei reati di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco perché avrebbe «compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» del 33enne, ha lasciato il carcere di Foggia, dopo un periodo a Turi, per far ritorno nella propria casa: sconterà i domiciliari col braccialetto elettronico.