A teatro si può imparare l’inglese con Cppuccetto red
Quarto appuntamento con “Anno nuovo, storie nuove”
martedì 3 febbraio 2015
6.55
Un classico dell'infanzia, una storia che abbiamo sentito raccontare mille volte, da mamme e nonne, "Cappuccetto rosso", si trasforma in una innovativa "Cappuccetto red" a cura di Matutateatro. E la narrazione della favola, nel cartellone di Arterie Teatro, diventa un pretesto per giocare con l'inglese e rendere accessibile e simpatica questa lingua anche ai più piccoli attraverso filastrocche e canzoncine.
Gremito il teatro del Seminario Regionale. L'età consigliata per lo spettacolo era da quattro ai dieci anni, ma grazie al doppio livello di lettura, è risultato divertente anche per un pubblico adulto e quindi adatto alle famiglie.
Ma torniamo al nostro Cappuccetto Rosso che si perde nel bosco e non ascolta le raccomandazioni della mamma. Per introdurla Julia Borretti, che interpretava una istitutrice inglese, dotata dell'immancabile ombrello, ha coinvolto i piccoli spettatori, facendo una presentazione in lingua che ha dato modo ai più grandi di fare esercizio, mentre ai più piccoli di sentire vicine le loro mamme che traducevano.
Cappuccetto red, Francesca Leonoro, con gli originali testi della Borretti, ha fatto avventurare gli spettatori in erba, ma molto concentrati ed attenti, in questo bosco disseminato dai pericoli della lingua inglese. I bambini hanno avuto così la possibilità di seguire le avventure della protagonista scoprendo e imparando di volta in volta termini semplici della lingua inglese quali i nomi degli animali, i numeri, i colori, i membri della famiglia, il saluto. Lo spettacolo è stato quindi un piacevole e divertente pretesto per stimolare e accrescere l'interesse dei bambini per l'apprendimento di una nuova lingua.
La fiaba poi si presta anche dal punto di vista educativo: ascoltare i consigli dei genitori, metterci di fronte alla paura e a situazioni difficili attraverso la figura del lupo cattivo, il bosco che rappresenta il passaggio, l' attraversamento delle difficoltà della vita che non mancano mai. Molto curata ed originale anche la scenografia, interattiva, come se fosse un libro illustrato ricco di trovate simpatiche, come gli animaletti che comparivano, o degli spazi che si illuminavano o aprivano all'occorrenza fino alla trovata del letto della nonna posizionato in verticale, come una porta. Immancabile il lieto fine e lo spazio dedicato alle emozioni in cui i grandi e i piccoli si sono sbizzarriti a disegnare una cartolina a cui è legato un concorso a fine rassegna.
Gremito il teatro del Seminario Regionale. L'età consigliata per lo spettacolo era da quattro ai dieci anni, ma grazie al doppio livello di lettura, è risultato divertente anche per un pubblico adulto e quindi adatto alle famiglie.
Ma torniamo al nostro Cappuccetto Rosso che si perde nel bosco e non ascolta le raccomandazioni della mamma. Per introdurla Julia Borretti, che interpretava una istitutrice inglese, dotata dell'immancabile ombrello, ha coinvolto i piccoli spettatori, facendo una presentazione in lingua che ha dato modo ai più grandi di fare esercizio, mentre ai più piccoli di sentire vicine le loro mamme che traducevano.
Cappuccetto red, Francesca Leonoro, con gli originali testi della Borretti, ha fatto avventurare gli spettatori in erba, ma molto concentrati ed attenti, in questo bosco disseminato dai pericoli della lingua inglese. I bambini hanno avuto così la possibilità di seguire le avventure della protagonista scoprendo e imparando di volta in volta termini semplici della lingua inglese quali i nomi degli animali, i numeri, i colori, i membri della famiglia, il saluto. Lo spettacolo è stato quindi un piacevole e divertente pretesto per stimolare e accrescere l'interesse dei bambini per l'apprendimento di una nuova lingua.
La fiaba poi si presta anche dal punto di vista educativo: ascoltare i consigli dei genitori, metterci di fronte alla paura e a situazioni difficili attraverso la figura del lupo cattivo, il bosco che rappresenta il passaggio, l' attraversamento delle difficoltà della vita che non mancano mai. Molto curata ed originale anche la scenografia, interattiva, come se fosse un libro illustrato ricco di trovate simpatiche, come gli animaletti che comparivano, o degli spazi che si illuminavano o aprivano all'occorrenza fino alla trovata del letto della nonna posizionato in verticale, come una porta. Immancabile il lieto fine e lo spazio dedicato alle emozioni in cui i grandi e i piccoli si sono sbizzarriti a disegnare una cartolina a cui è legato un concorso a fine rassegna.