A Molfetta si pensa ad un nuovo piano regolatore generale
Il sindaco: Abbiamo il dovere di aprire una nuova stagione di pianificazione urbanistica
giovedì 13 agosto 2015
14.33
L'ultima variante al Piano regolatore generale è stata approvata nel 2005 e gli strumenti urbanistici esecutivi in corso sono attualmente sei. Nel frattempo sono intervenuti altri tre Piani sovraordinati che disciplinano l'uso del territorio.
"Abbiamo il dovere di aprire una nuova stagione di pianificazione urbanistica a Molfetta, responsabile e compatibile con il rispetto dell'ambiente e del territorio, in linea con il mandato elettorale ricevuto dai cittadini a giugno 2013". Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio presenta così la delibera n. 161 del 17 luglio del 2015 con cui la giunta comunale ha approvato e trasmesso alla competente commissione consiliare l'atto di indirizzo per l'avvio del procedimento di formazione del Piano Urbanistico Generale.
"Un atto – spiega il Sindaco – che non deve spaventare nessuno ma incoraggiare una nuova visione dello sviluppo urbano sostenibile, che dovrà ripartire prioritariamente dai luoghi e dalle persone. Negli anni passati la politica urbanistica ha promosso e attuato sul corpo della città di Molfetta scelte radicali e profonde quanto frammentarie e prive di una visione complessiva, senza per altro tenere in debito conto né i cambiamenti nel frattempo introdotti nella pianificazione sovraordinata alla scala regionale, né quegli strumenti di partecipazione civica, di cooperazione e copianificazione istituzionale che sono parte integrante dei nuovi strumenti urbanistici. Avvertiamo l'urgenza di mettere a punto uno strumento di pianificazione generale che emerga da una nuova visione della città. Tale volontà politica non può che concretizzarsi nel processo di formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale che abbiamo appena avviato e che sarà oggetto di un ampio confronto all'interno delle conferenze di copianificazione previste, nel Forum e attraverso il portale di cittadinanza che intendiamo aprire, per un continuo scambio informativo e confronto decisionale con i cittadini, le forze politiche, economiche e sociali che animano il territorio".
"Una visione che tenga conto delle esigenze del comparto dell'edilizia – aggiunge l'assessore all'urbanistica Rosalba Gadaleta – deve potersi conciliare con l'ulteriore esigenza di salvaguardare l'identità e la sicurezza del territorio molfettese, nella valorizzazione dei suoi caratteri storici, morfologici, paesaggistici e ambientali, in coerenza con le disposizioni rivenienti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata. Un processo, quello di formazione del Piano urbanistico generale, che potrà al contempo indirizzare e orientare la contestuale gestione dei procedimenti urbanistici esecutivi in corso, sia di iniziativa pubblica che privata, attraverso un quadro di coerenza programmatica che salvaguardi la continuità dell'azione amministrativa nell'attuale contesto del PRG vigente senza inficiare le nuove scelte programmatiche".
L'attuale Piano Regolatore Generale, redatto a partire dal 1985 e approvata solo nel 2001, è stato oggetto di successive varianti, tra cui quella "per ampliamento delle aree da destinare a insediamenti produttivi", approvata nel 2005. Il Piano esistente evidenzia, tuttavia, le sue criticità determinate soprattutto dall'entrata in vigore del PUTT (Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio, approvato con DGR n. 1748 del 15/12/2000) e PAI (Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico, approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia n. 39 del 30/11/2005, e modificato per il territorio di Molfetta con DCIAdB n. 11 del 20/04/2009); tanto ha determinato la necessità di sottoporre il PRGC ad un complesso procedimento di adeguamento , al fine di renderlo compatibile con la normativa sopraordinata. Questo lavoro, acquisito con la delibera di giunta m. 30 del 11 febbraio 2015, deve essere ora ripreso e completato con l'adeguamento al PPTR, approvato dalla Regione Puglia con DGR n. 176 del 16/02/2015, che impone una ulteriore revisione dei contenuti del PRG.
"I complessi cambiamenti normativi e di prospettiva sull'uso del territorio impongono l'avvio del percorso che porterà al nuovo PUG. Con l'approvazione del PPTR – aggiunge l'assessore Gadaleta – diventa stringente la necessità di definire ex novo un più aggiornato regime di tutela paesaggistica e di valorizzazione delle aree di pregio del nostro territorio. Neii due anni di amministrazione ci siamo già mossi in questa direzione e abbiamo avviato il processo di formazione di strumenti di pianificazione strategici come il Piano delle Coste, il Piano Urbano della mobilità sostenibile (Pums) e il Piano di azione per l'energia sostenibile (Paes); inoltre l'amministrazione ha affidato al concorso internazionale per giovani architetti europei 'Europan 13' (attualmente in corso) l'avvio di una riflessione progettuale di tipo urbanistico ed architettonico sull'intero water front urbano. È necessario, a questo punto, avviare un percorso tecnico-amministrativo partecipato che tenga insieme le progettualità in corso con le prospettive di evoluzione della città e che costruisca un quadro analitico delle criticità e delle opportunità urbanistiche, rilevando i bisogni e le aspirazioni concrete dei cittadini e del tessuto produttivo".
Molteplici sono, inoltre, gli strumenti urbanistici esecutivi in corso. Si tratta di Piani Urbanistici Attuativi di iniziativa pubblica (PUA), di Piani Urbanistici Esecutivi di iniziativa privata (PUE) o conseguenti alla concertazione pubblico-privato come sancita in specifici Accordi di Programma Quadro (APQ), di Piani per Attività Produttive (PIP), del Piano dell'agro e del Piano particolareggiato "Agglomerato industriale di Molfetta" (variante 2004) di cui è in corso una ricognizione del procedimento.
"Piuttosto che rammendare uno strumento esistente – evidenzia il sindaco Natalicchio – che resterebbe comunque non più rispondente alle prospettive attuali e future di Molfetta, è opportuno quanto non più rinviabile dotarsi di uno strumento urbanistico nuovo come il Piano Urbanistico Generale (PUG), che possa recepire la pianificazione sovraordinata, configurare un nuovo e più aggiornato regime di tutela paesaggistica, definire una nuova prospettiva di sviluppo, sostenibile e duratura, verso cui riorientare i processi e gli investimenti di trasformazione urbana già in atto. In modo da gestire gestire i diritti edificatori acquisiti all'interno di una nuova prospettiva di limitazione del consumo di suolo e sanare la mancata realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie che connota negativamente alcuni comparti di espansione".
Gli obiettivi strategici per la formazione del PUG elencati nell'atto di indirizzo sono 10:
Arginare il consumo del suolo, che non significa cessare l'attività edilizia, ma al contrario riqualificare e rilanciare anche questo rilevante comparto economico attraverso interventi di completamento, di recupero, di rigenerazione e trasformazione urbana, di riconversione ecologica.
Nuove risposte al diritto alla casa; sarà necessario effettuare una ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico e privato al fine di verificare la corrispondenza con le necessità della popolazione residente e soddisfare il diritto all'abitare delle fasce più deboli .
Valorizzare il territorio ripartendo dalle lame, con l'obiettivo di ripristinare prioritariamente le condizioni di sicurezza del sistema idrogeologico, ridefinendo i margini tra l'ambiente naturale e quello urbano.
Riqualificare la città edificata; attraverso piani integrati di recupero e di riqualificazione urbana, si perseguiranno: la ricucitura di antichi legami (centro storico/porto, città/campagna) operando prioritariamente sui vuoti urbani e sul paesaggio dell'abbandono.
Scommessa della mobilità sostenibile, dotando la città di una rete viaria ciclabile e pedonale capillare ed efficace e un sistema integrato di accessibilità e di trasporto pubblico.
Una città con grandi infrastrutture, e non viceversa ovvero: ripensare il rapporto che il nuovo porto e la piattaforma commerciale in area ASI hanno istituito con la città, valutando anche l'opportunità di localizzare il porto turistico a ridosso del Duomo e del centro antico. Allo stesso modo, andranno riequilibrati i rapporti tra centro urbano e zona artigianale.
Ripartire dal mare e dalla costa: è in questa direzione che si orienteranno il Piano delle Coste, la riprogrammazione degli interventi sul porto, la risistemazione dei cantieri navali e più in generale il ridisegno complessivo dell'intero waterfront urbano, su cui sta lavorando Europan.
Valorizzare il centro antico e il centro storico, favorire politiche urbane finalizzate al miglioramento delle condizioni abitative e alla valorizzazione turistica e culturale del centro antico e liberando le zone più belle della città dalle auto e lavorando sugli spazi pubblici aperti.
Sanare il deficit di servizi e di dotazione verde verificando la dotazione effettiva degli standard di servizi, delle urbanizzazioni e soprattutto del verde urbano, per corrispondere ai fabbisogni insoddisfatti di urbanizzazioni secondarie.
E infine favorire il controllo democratico delle trasformazioni territoriali predisponendo specifici strumenti che consentano - sia in fase di pianificazione che in fase di attuazione - l'accesso al sistema delle conoscenze, il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte strategiche più rilevanti, il monitoraggio dei processi decisionali e degli effetti delle trasformazioni programmate sull'ambiente urbano.
"Abbiamo il dovere di aprire una nuova stagione di pianificazione urbanistica a Molfetta, responsabile e compatibile con il rispetto dell'ambiente e del territorio, in linea con il mandato elettorale ricevuto dai cittadini a giugno 2013". Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio presenta così la delibera n. 161 del 17 luglio del 2015 con cui la giunta comunale ha approvato e trasmesso alla competente commissione consiliare l'atto di indirizzo per l'avvio del procedimento di formazione del Piano Urbanistico Generale.
"Un atto – spiega il Sindaco – che non deve spaventare nessuno ma incoraggiare una nuova visione dello sviluppo urbano sostenibile, che dovrà ripartire prioritariamente dai luoghi e dalle persone. Negli anni passati la politica urbanistica ha promosso e attuato sul corpo della città di Molfetta scelte radicali e profonde quanto frammentarie e prive di una visione complessiva, senza per altro tenere in debito conto né i cambiamenti nel frattempo introdotti nella pianificazione sovraordinata alla scala regionale, né quegli strumenti di partecipazione civica, di cooperazione e copianificazione istituzionale che sono parte integrante dei nuovi strumenti urbanistici. Avvertiamo l'urgenza di mettere a punto uno strumento di pianificazione generale che emerga da una nuova visione della città. Tale volontà politica non può che concretizzarsi nel processo di formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale che abbiamo appena avviato e che sarà oggetto di un ampio confronto all'interno delle conferenze di copianificazione previste, nel Forum e attraverso il portale di cittadinanza che intendiamo aprire, per un continuo scambio informativo e confronto decisionale con i cittadini, le forze politiche, economiche e sociali che animano il territorio".
"Una visione che tenga conto delle esigenze del comparto dell'edilizia – aggiunge l'assessore all'urbanistica Rosalba Gadaleta – deve potersi conciliare con l'ulteriore esigenza di salvaguardare l'identità e la sicurezza del territorio molfettese, nella valorizzazione dei suoi caratteri storici, morfologici, paesaggistici e ambientali, in coerenza con le disposizioni rivenienti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata. Un processo, quello di formazione del Piano urbanistico generale, che potrà al contempo indirizzare e orientare la contestuale gestione dei procedimenti urbanistici esecutivi in corso, sia di iniziativa pubblica che privata, attraverso un quadro di coerenza programmatica che salvaguardi la continuità dell'azione amministrativa nell'attuale contesto del PRG vigente senza inficiare le nuove scelte programmatiche".
L'attuale Piano Regolatore Generale, redatto a partire dal 1985 e approvata solo nel 2001, è stato oggetto di successive varianti, tra cui quella "per ampliamento delle aree da destinare a insediamenti produttivi", approvata nel 2005. Il Piano esistente evidenzia, tuttavia, le sue criticità determinate soprattutto dall'entrata in vigore del PUTT (Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio, approvato con DGR n. 1748 del 15/12/2000) e PAI (Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico, approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia n. 39 del 30/11/2005, e modificato per il territorio di Molfetta con DCIAdB n. 11 del 20/04/2009); tanto ha determinato la necessità di sottoporre il PRGC ad un complesso procedimento di adeguamento , al fine di renderlo compatibile con la normativa sopraordinata. Questo lavoro, acquisito con la delibera di giunta m. 30 del 11 febbraio 2015, deve essere ora ripreso e completato con l'adeguamento al PPTR, approvato dalla Regione Puglia con DGR n. 176 del 16/02/2015, che impone una ulteriore revisione dei contenuti del PRG.
"I complessi cambiamenti normativi e di prospettiva sull'uso del territorio impongono l'avvio del percorso che porterà al nuovo PUG. Con l'approvazione del PPTR – aggiunge l'assessore Gadaleta – diventa stringente la necessità di definire ex novo un più aggiornato regime di tutela paesaggistica e di valorizzazione delle aree di pregio del nostro territorio. Neii due anni di amministrazione ci siamo già mossi in questa direzione e abbiamo avviato il processo di formazione di strumenti di pianificazione strategici come il Piano delle Coste, il Piano Urbano della mobilità sostenibile (Pums) e il Piano di azione per l'energia sostenibile (Paes); inoltre l'amministrazione ha affidato al concorso internazionale per giovani architetti europei 'Europan 13' (attualmente in corso) l'avvio di una riflessione progettuale di tipo urbanistico ed architettonico sull'intero water front urbano. È necessario, a questo punto, avviare un percorso tecnico-amministrativo partecipato che tenga insieme le progettualità in corso con le prospettive di evoluzione della città e che costruisca un quadro analitico delle criticità e delle opportunità urbanistiche, rilevando i bisogni e le aspirazioni concrete dei cittadini e del tessuto produttivo".
Molteplici sono, inoltre, gli strumenti urbanistici esecutivi in corso. Si tratta di Piani Urbanistici Attuativi di iniziativa pubblica (PUA), di Piani Urbanistici Esecutivi di iniziativa privata (PUE) o conseguenti alla concertazione pubblico-privato come sancita in specifici Accordi di Programma Quadro (APQ), di Piani per Attività Produttive (PIP), del Piano dell'agro e del Piano particolareggiato "Agglomerato industriale di Molfetta" (variante 2004) di cui è in corso una ricognizione del procedimento.
"Piuttosto che rammendare uno strumento esistente – evidenzia il sindaco Natalicchio – che resterebbe comunque non più rispondente alle prospettive attuali e future di Molfetta, è opportuno quanto non più rinviabile dotarsi di uno strumento urbanistico nuovo come il Piano Urbanistico Generale (PUG), che possa recepire la pianificazione sovraordinata, configurare un nuovo e più aggiornato regime di tutela paesaggistica, definire una nuova prospettiva di sviluppo, sostenibile e duratura, verso cui riorientare i processi e gli investimenti di trasformazione urbana già in atto. In modo da gestire gestire i diritti edificatori acquisiti all'interno di una nuova prospettiva di limitazione del consumo di suolo e sanare la mancata realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie che connota negativamente alcuni comparti di espansione".
Gli obiettivi strategici per la formazione del PUG elencati nell'atto di indirizzo sono 10:
Arginare il consumo del suolo, che non significa cessare l'attività edilizia, ma al contrario riqualificare e rilanciare anche questo rilevante comparto economico attraverso interventi di completamento, di recupero, di rigenerazione e trasformazione urbana, di riconversione ecologica.
Nuove risposte al diritto alla casa; sarà necessario effettuare una ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico e privato al fine di verificare la corrispondenza con le necessità della popolazione residente e soddisfare il diritto all'abitare delle fasce più deboli .
Valorizzare il territorio ripartendo dalle lame, con l'obiettivo di ripristinare prioritariamente le condizioni di sicurezza del sistema idrogeologico, ridefinendo i margini tra l'ambiente naturale e quello urbano.
Riqualificare la città edificata; attraverso piani integrati di recupero e di riqualificazione urbana, si perseguiranno: la ricucitura di antichi legami (centro storico/porto, città/campagna) operando prioritariamente sui vuoti urbani e sul paesaggio dell'abbandono.
Scommessa della mobilità sostenibile, dotando la città di una rete viaria ciclabile e pedonale capillare ed efficace e un sistema integrato di accessibilità e di trasporto pubblico.
Una città con grandi infrastrutture, e non viceversa ovvero: ripensare il rapporto che il nuovo porto e la piattaforma commerciale in area ASI hanno istituito con la città, valutando anche l'opportunità di localizzare il porto turistico a ridosso del Duomo e del centro antico. Allo stesso modo, andranno riequilibrati i rapporti tra centro urbano e zona artigianale.
Ripartire dal mare e dalla costa: è in questa direzione che si orienteranno il Piano delle Coste, la riprogrammazione degli interventi sul porto, la risistemazione dei cantieri navali e più in generale il ridisegno complessivo dell'intero waterfront urbano, su cui sta lavorando Europan.
Valorizzare il centro antico e il centro storico, favorire politiche urbane finalizzate al miglioramento delle condizioni abitative e alla valorizzazione turistica e culturale del centro antico e liberando le zone più belle della città dalle auto e lavorando sugli spazi pubblici aperti.
Sanare il deficit di servizi e di dotazione verde verificando la dotazione effettiva degli standard di servizi, delle urbanizzazioni e soprattutto del verde urbano, per corrispondere ai fabbisogni insoddisfatti di urbanizzazioni secondarie.
E infine favorire il controllo democratico delle trasformazioni territoriali predisponendo specifici strumenti che consentano - sia in fase di pianificazione che in fase di attuazione - l'accesso al sistema delle conoscenze, il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte strategiche più rilevanti, il monitoraggio dei processi decisionali e degli effetti delle trasformazioni programmate sull'ambiente urbano.