A Molfetta si parla di sicurezza con l'evento promosso da Rinascere

Ieri riflessioni tra passato, presente e futuro nei giardinetti di via Mameli

venerdì 23 giugno 2023 0.54
Un momento di riflessione e dialogo per far leva sulla consapevolezza dell'attuale situazione a Molfetta: questo è stato, in sintesi, l'obiettivo dell'iniziativa promossa da Rinascere che si è tenuta ieri nel parchetto all'angolo via Mameli, via Giovene, luogo simbolo perché dimenticato da tutti in una zona di periferia che meriterebbe più attenzione.

All'incontro hanno preso parte ospiti illustri come Pino Gesmundo, segretario confederale nazionale della CGIL, il sociologo Nicola Schingaro, presidente del Municipio III di Bari e autore del libro "Perché non sono un delinquente", Matteo d'Ingeo, coordinatore del movimento Liberatorio, Michele Jacono, coordinatore CGIL Molfetta e Felice Spaccavento, consigliere comunale di Rinascere, impegnato ogni giorno nella lotta alle marginalità. A moderare gli interventi è stato il coordinatore cittadino di Rinascere, Corrado Minervini.

«Dopo gli arresti effettuati nei giorni scorsi in città - ha esordito D'Ingeo - ho letto alcune dichiarazioni dell'assessore alla sicurezza che affermava come la cittadinanza potesse ora superare i timori legati a questo tema. Mi chiedo, in realtà, come un fatto di cronaca possa avere un risvolto positivo di questo tipo visto che ci permette solo di aprire gli occhi su uno dei tanti problemi presenti in città. Il cuore della questione nasce da lontano, visto che basta leggere i nomi degli arrestati, in questo caso o in altre recenti situazioni, per capire che si tratta di giovani spesso imparentati con chi fu coinvolto nelle operazioni Reset e Primavera degli anni '90».

«In una realtà come quella molfettese - ha proseguito Jacono - non basta intensificare i controlli o aumentare le telecamere di videosorveglianza. Occorre effettuare un lavoro ben più importante di prevenzione intervento soprattutto nei quartieri marginalizzati dove possono proliferare più facilmente comportamenti illeciti. La trascuratezza che spesso regna nelle zona periferiche è l'incipit di quella dispersione sociale che avvicina alla realtà più degradanti».

«Parlo da presidente e testimone di quanto accade nel Municipio III di Bari - ha aggiunto Chingaro - e posso dire che il tentativo di risoluzione di queste problematiche deve partire dal basso, con progetti non parcellizzati e fatti di azione distinte che spesso non convergono verso lo stesso obiettivo. Servono azioni integrate in cui vengano attivate tutte le agenzie comunicative del territorio, dalla scuola alle parrocchie fino alle associazioni. Solo in questo modo si può porre un argine concreto a questa situazione».

«Essere oggi in questo spazio abbandonato - ha poi dichiarato Spaccavento - è per noi motivo di grande orgoglio visto che abbiamo riempito di vita e parole un contenitore vuoto, che dovrebbe essere curato prima di aprire altri spazi verdi che magari avranno lo stesso triste destino. In città manca l'idea di programmazione e pianificazione nella gestione degli spazi verdi e questo accade perché all'amministrazione manca quella capacità di ascolto che è il vero ponte tra le esigenze dei cittadini e le azioni che vanno compiute».

«Sempre di più nel corso del tempo - ha concluso Gesmundo - capita di vedere la cittadinanza vicina alle sigle sindacali perché è sempre più imperante la disaffezione verso le istituzioni, sia a livello locale che nazionale. Qui si presenta un grave problema di democrazia se una persona su due spreca quel diritto di voto che è stato conquistato con tante lotte in passato. Tutto ciò accade perché troppo spesso chi dovrebbe intervenire a tutela dei diritti e delle fasce più deboli, non è in grado di farlo. Non dobbiamo farci illudere dall'idea di ripresa economica che ci viene fornita dai dati sul PIL nazionale, visto che in quel benessere crescente collettivo sono contenuti anche dati negativi legati a una peggiore distribuzione delle ricchezze. Il disagio socio-economico aumenta anno dopo anno, non possiamo più voltarci dall'altra parte fingendo che non sia così».