A Molfetta si insegna il baskin, lo sport per l'inclusione di tutti
Il progetto è culminato in una partita giocata al PalaPoli
mercoledì 5 giugno 2019
8.53
Il baskin è uno sport di squadra giocato da disabili e normodotati insieme. Il termine deriva proprio dall'unione di "basket" e "integrazione" e infatti trae spunto proprio dalla pallacanestro e prevede la partecipazione di ragazzi sia normodotati che diversamente abili. Nato nel 2003 su iniziativa di un docente di Cremona e ormai diffuso da tempo nel contesto scolastico, viene promosso dal MIUR per favorire l'integrazione fra gli studenti delle scuole.
Proprio per valorizzare questa disciplina, ancora poco nota nel nostro territorio, è stato attuato il progetto PON intitolato "Scuola e inclusione: il baskin a scuola", approvato dal Comune di Molfetta per l'Istituto Tecnologico "Gaetano Salvemini" e che è stato realizzato nelle ultime settimane con il coinvolgimento di numerosi studenti con deficit che hanno potuto godere delle gioie che soltanto lo sport sa regalare: entusiasmo, collaborazione, sacrificio e voglia di migliorarsi sempre. A spiegare come il progetto sia stato messo in pratica e soprattutto per delineare le prospettive future di questo sport, ha preso la parola nella cornice comunale di Lama Scotella la Dott.ssa Elisa Matera che negli ultimi anni ha portato alle luci della ribalta il baskin in quel di Andria e ha dato il suo contributo anche sul territorio molfettese.
Proprio Elisa Matera si è soffermata con noi per spiegare meglio l'idea che sta alla base di questa iniziativa: «Qui abbiamo molto da costruire sia a livello scolastico che nelle società sportive. In Puglia stiamo cercando di recuperare terreno rispetto al livello di diffusione ormai già affermato al Nord e abbiamo creato una sezione territoriale di coordinamento con le prime dieci squadre di baskin che sono state create. Dopo una fase a gironi regionale, una di questa ha anche raggiunto la fase nazionale per misurarsi con quella realtà più sviluppata. Si può fare molto nelle scuole e per questo va dato merito all'Istituto "G. Salvemini" perché potrebbe fungere da punto di partenza per altre iniziative su questa linea. Lo sport deve includere il più possibile, soprattutto a livello giovanile, e con il baskin questo si può perché viene meno quella divisione netta ma inevitabile fra il basket tradizionale e quello in carrozzina. In questo modo tutti possono dare il loro contributo alla stessa causa e collaborare nonostante le diverse capacità. Sarebbe importante maggiore interesse da parte delle società per dare un seguito non solo nelle scuole ma anche nelle realtà pomeridiane dove in tanti prenderebbero parte a questa pratica che spero si possa diffondere sempre di più».
In seguito alla conferenza, i ragazzi si sono trasferiti presso il PalaPoli dove hanno dato vita ad una partita dimostrativa di baskin davanti a docenti e compagni di classe per dimostrare ancora una volta come lo sport sia capace di superare tutte le barriere, anche quelle apparentemente insormontabili.
Proprio per valorizzare questa disciplina, ancora poco nota nel nostro territorio, è stato attuato il progetto PON intitolato "Scuola e inclusione: il baskin a scuola", approvato dal Comune di Molfetta per l'Istituto Tecnologico "Gaetano Salvemini" e che è stato realizzato nelle ultime settimane con il coinvolgimento di numerosi studenti con deficit che hanno potuto godere delle gioie che soltanto lo sport sa regalare: entusiasmo, collaborazione, sacrificio e voglia di migliorarsi sempre. A spiegare come il progetto sia stato messo in pratica e soprattutto per delineare le prospettive future di questo sport, ha preso la parola nella cornice comunale di Lama Scotella la Dott.ssa Elisa Matera che negli ultimi anni ha portato alle luci della ribalta il baskin in quel di Andria e ha dato il suo contributo anche sul territorio molfettese.
Proprio Elisa Matera si è soffermata con noi per spiegare meglio l'idea che sta alla base di questa iniziativa: «Qui abbiamo molto da costruire sia a livello scolastico che nelle società sportive. In Puglia stiamo cercando di recuperare terreno rispetto al livello di diffusione ormai già affermato al Nord e abbiamo creato una sezione territoriale di coordinamento con le prime dieci squadre di baskin che sono state create. Dopo una fase a gironi regionale, una di questa ha anche raggiunto la fase nazionale per misurarsi con quella realtà più sviluppata. Si può fare molto nelle scuole e per questo va dato merito all'Istituto "G. Salvemini" perché potrebbe fungere da punto di partenza per altre iniziative su questa linea. Lo sport deve includere il più possibile, soprattutto a livello giovanile, e con il baskin questo si può perché viene meno quella divisione netta ma inevitabile fra il basket tradizionale e quello in carrozzina. In questo modo tutti possono dare il loro contributo alla stessa causa e collaborare nonostante le diverse capacità. Sarebbe importante maggiore interesse da parte delle società per dare un seguito non solo nelle scuole ma anche nelle realtà pomeridiane dove in tanti prenderebbero parte a questa pratica che spero si possa diffondere sempre di più».
In seguito alla conferenza, i ragazzi si sono trasferiti presso il PalaPoli dove hanno dato vita ad una partita dimostrativa di baskin davanti a docenti e compagni di classe per dimostrare ancora una volta come lo sport sia capace di superare tutte le barriere, anche quelle apparentemente insormontabili.