A Molfetta il 1° memorial "Fai Clamore" dedicato a Claudio Donvito
Nell’occasione è stata effettuata una raccolta fondi in favore dell’AIL
lunedì 27 settembre 2021
11.54
Si è tenuto ieri sera allo Stadio "Paolo Poli" il 1° memorial in ricordo di Claudio Donvito, ragazzo molfettese venuto a mancare un anno fa alla giovane età di 35 anni a causa di una grave forma di leucemia. "Fai Clamore" è stato il nome dell'evento, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di diverse aziende e realtà del territorio ed alla piena disponibilità della Croce Rossa Italiana di Molfetta. Un torneo triangolare di calcio a 11, che ha visto coinvolte squadre composte da amici e parenti di Claudio che, unitamente ad una splendida e partecipe cornice di pubblico hanno voluto rendere omaggio al suo sorriso e alla sua vitalità con una serata all'insegna del calcio, una delle sue grandi passioni.
Ma non solo. L'occasione ha infatti permesso di effettuare una raccolta fondi dedicata all'Associazione Italiana Leucemia (AIL) di Bari. Lo scopo è quello di fare tutto il possibile per trovare una cura a queste malattie infami. Gli obiettivi dell'AIL, nel dettaglio, sono molteplici: sensibilizzare l'opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche, migliorare la qualità della vita dei malati e dei loro familiari e aiutarli nella lotta che conducono in prima persona per sconfiggere la malattia, promuovere e sostenere la ricerca.
L'importanza dell'Associazione al servizio del mondo ematologico e del malato, deriva dal duplice livello di presenza territoriale: nazionale e locale. A livello nazionale la visibilità dell'AIL sui principali organi di informazione, il lavoro svolto presso le più prestigiose sedi istituzionali, le iniziative su tutto il territorio, hanno determinato una grande attenzione alla lotta contro tali patologie. L'AIL ha fatto tanto e può fare ancora di più contro le leucemie, i linfomi e il mieloma grazie ai contributi di molti italiani che hanno sentito e sentiranno il bisogno di dare. Così, negli ultimi vent'anni, grazie ai risultati straordinari della ricerca scientifica e di terapie sempre più efficaci - compreso il trapianto di cellule staminali - hanno reso leucemie, linfomi e mieloma sempre più curabili. Ma questo risultato, purtroppo, non è ancora sufficiente: occorre continuare ad andare in questa direzione per curare al meglio tutti i pazienti aumentando non solo la durata, ma anche la qualità della vita e la percentuale di guarigioni.
Il torneo, disputatosi allo Stadio "Paolo Poli" di Molfetta, ha visto anche la partecipazione straordinaria di una terna arbitrale messa a disposizione dall'Associazione Italiana Arbitri – Sezione di Molfetta, si tratta di Giuseppe Colapinto, Antonio Altomare e Giuseppe Simone, con la supervisione arbitrale di Michele Calaprice. Questo ulteriore elemento dimostra la serietà di un progetto che ha voglia di confermarsi in città anno dopo anno per diventare un riferimento tra le iniziative di beneficenza. L'evento è stato inaugurato dal Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini che ha dedicato un pensiero al compianto Claudio e dalla dott.ssa Imma Ignomiriello in rappresentanza dell'AIL di Bari, mentre la premiazione finale è avvenuta per mano del Vice Presidente del Consiglio Comunale avv. Sergio De Candia.
Non importa chi alla fine abbia vinto il torneo perché mai come ieri contava semplicemente esserci con quel nome sulla maglia: la certezza è che lui, nascosto da qualche parte sulla tribuna del "Paolo Poli", abbia fatto il tifo con tutti i presenti, felice per l'indelebile impronta che ha lasciato a quanti l'hanno conosciuto.
Ma non solo. L'occasione ha infatti permesso di effettuare una raccolta fondi dedicata all'Associazione Italiana Leucemia (AIL) di Bari. Lo scopo è quello di fare tutto il possibile per trovare una cura a queste malattie infami. Gli obiettivi dell'AIL, nel dettaglio, sono molteplici: sensibilizzare l'opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche, migliorare la qualità della vita dei malati e dei loro familiari e aiutarli nella lotta che conducono in prima persona per sconfiggere la malattia, promuovere e sostenere la ricerca.
L'importanza dell'Associazione al servizio del mondo ematologico e del malato, deriva dal duplice livello di presenza territoriale: nazionale e locale. A livello nazionale la visibilità dell'AIL sui principali organi di informazione, il lavoro svolto presso le più prestigiose sedi istituzionali, le iniziative su tutto il territorio, hanno determinato una grande attenzione alla lotta contro tali patologie. L'AIL ha fatto tanto e può fare ancora di più contro le leucemie, i linfomi e il mieloma grazie ai contributi di molti italiani che hanno sentito e sentiranno il bisogno di dare. Così, negli ultimi vent'anni, grazie ai risultati straordinari della ricerca scientifica e di terapie sempre più efficaci - compreso il trapianto di cellule staminali - hanno reso leucemie, linfomi e mieloma sempre più curabili. Ma questo risultato, purtroppo, non è ancora sufficiente: occorre continuare ad andare in questa direzione per curare al meglio tutti i pazienti aumentando non solo la durata, ma anche la qualità della vita e la percentuale di guarigioni.
Il torneo, disputatosi allo Stadio "Paolo Poli" di Molfetta, ha visto anche la partecipazione straordinaria di una terna arbitrale messa a disposizione dall'Associazione Italiana Arbitri – Sezione di Molfetta, si tratta di Giuseppe Colapinto, Antonio Altomare e Giuseppe Simone, con la supervisione arbitrale di Michele Calaprice. Questo ulteriore elemento dimostra la serietà di un progetto che ha voglia di confermarsi in città anno dopo anno per diventare un riferimento tra le iniziative di beneficenza. L'evento è stato inaugurato dal Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini che ha dedicato un pensiero al compianto Claudio e dalla dott.ssa Imma Ignomiriello in rappresentanza dell'AIL di Bari, mentre la premiazione finale è avvenuta per mano del Vice Presidente del Consiglio Comunale avv. Sergio De Candia.
Non importa chi alla fine abbia vinto il torneo perché mai come ieri contava semplicemente esserci con quel nome sulla maglia: la certezza è che lui, nascosto da qualche parte sulla tribuna del "Paolo Poli", abbia fatto il tifo con tutti i presenti, felice per l'indelebile impronta che ha lasciato a quanti l'hanno conosciuto.