A Molfetta è stato presentato il "Piano Casa"
L'incontro pubblico in virtù della nuova legge regionale sulle ristrutturazioni edilizie
mercoledì 3 aprile 2024
È stato presentato, nella Sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico, il Nuovo Piano Casa, corredato da un approfondimento tecnico rivolto al personale qualificato del settore, che ha dibattuto assieme agli intervenuti sulla disciplina regionale che regola riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio attualmente esistente. Sono intervenuti, al convegno, introdotto da Sergio De Candia, assessore all'Urbanistica del Comune di Molfetta, Saverio Tammacco, vice Presidente della Commissione Bilancio della Regione, che ha dichiarato: «Non siamo qui solo per illustrare che è stato fatto ed i motivi che ci hanno portato a deliberare il piano casa, approvato dal governo. Siamo propensi ad accogliere le proposte dei tecnici. Abbiamo cercato di fare quello che potevano secondo i dettami della legge. Stiamo affrontando il tema degli ospedali, come quello del nord barese».
Fabiano Amati, Presidente della Commissione Bilancio della Regione, così si è parzialmente espresso: «Il nuovo piano casa cambia in parte rispetto al precedente: il primo veniva quasi imposto al comune, nutrendo il meccanismo dell'amministrazione passiva: potere concesso dalla legge statale solo temporaneamente e straordinariamente. Ad un certo punto la corte costituzionale ha spinto per un'amministrazione attiva: il comune può occuparsi di strumenti urbanistici (ad esempio piani regolatori) e variarli. Avendo la regione il potere di controllare la formazione di uno strumento urbanistico o delle sue varianti, con questa legge si è sancita la possibilità per il singolo comune di deliberare sul suo patrimonio edilizio esistente. La regione dunque concede la variante semplificata su tre zone degli strumenti urbanistici: B (di completamento, immediatamente vicine al centro storico), C (zone di espansione, quelle più esterne) con premio volumetrico del 20 per cento e del 35 per cento, e Zone E: se, dunque, per le zone B e C si ha il potere della variante semplificata su tutti gli immobili, nella zona E la destinazione deve essere di tipo residenziale. Una grande novità riguarda i centri storici: Il patrimonio edilizio che ha minore efficientamento energetico è quello storico. Il profilo ecologico del piano casa si manifesta essenzialmente lì. L'edilizia e l'urbanistica non trattano solo cemento e tubi bensì anche la vita delle persone. Nulla non è riconducibile a questa materia, tutto si riconduce all'attività produttiva umana. Anche per calibrare il calendario della pubblica amministrazione è necessario che ogni evento venga cronologicamente accostato non più al rinvio ed al dopo, ma al prima, in quanto stiamo perdendo l'idea che la pubblica amministrazione serva ad occuparsi della condizione dolorosa umana e delle sue possibili soluzioni. Quindi al momento del rinvio il dolore patito è irrecuperabile. Chi si siede dietro i banchi della pubblica amministrazione deve immedesimarsi. Bisogna dunque riformare la pubblica amministrazione. Il nostro paese ha bisogno di grandi riforme».
Al convegno hanno partecipato anche diversi tecnici che hanno manifestato le loro perplessità sulla conformazione del nuovo piano casa, evidenziandone luci ed ombre: il piano casa non è, ad esempio, applicabile agli edifici nati prima del 31 Dicembre 1950. Ha concluso la presentazione il Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, che ha commentato: «Questo incontro inaugura un metodo di sussidiarietà e collaborazione tra i comuni e la regione. Noi, come amministrazione, colleghiamo la nostra esperienza alle istituzioni sovraordinate. La regione si interfaccia con le esigenze reali dei comuni».
Fabiano Amati, Presidente della Commissione Bilancio della Regione, così si è parzialmente espresso: «Il nuovo piano casa cambia in parte rispetto al precedente: il primo veniva quasi imposto al comune, nutrendo il meccanismo dell'amministrazione passiva: potere concesso dalla legge statale solo temporaneamente e straordinariamente. Ad un certo punto la corte costituzionale ha spinto per un'amministrazione attiva: il comune può occuparsi di strumenti urbanistici (ad esempio piani regolatori) e variarli. Avendo la regione il potere di controllare la formazione di uno strumento urbanistico o delle sue varianti, con questa legge si è sancita la possibilità per il singolo comune di deliberare sul suo patrimonio edilizio esistente. La regione dunque concede la variante semplificata su tre zone degli strumenti urbanistici: B (di completamento, immediatamente vicine al centro storico), C (zone di espansione, quelle più esterne) con premio volumetrico del 20 per cento e del 35 per cento, e Zone E: se, dunque, per le zone B e C si ha il potere della variante semplificata su tutti gli immobili, nella zona E la destinazione deve essere di tipo residenziale. Una grande novità riguarda i centri storici: Il patrimonio edilizio che ha minore efficientamento energetico è quello storico. Il profilo ecologico del piano casa si manifesta essenzialmente lì. L'edilizia e l'urbanistica non trattano solo cemento e tubi bensì anche la vita delle persone. Nulla non è riconducibile a questa materia, tutto si riconduce all'attività produttiva umana. Anche per calibrare il calendario della pubblica amministrazione è necessario che ogni evento venga cronologicamente accostato non più al rinvio ed al dopo, ma al prima, in quanto stiamo perdendo l'idea che la pubblica amministrazione serva ad occuparsi della condizione dolorosa umana e delle sue possibili soluzioni. Quindi al momento del rinvio il dolore patito è irrecuperabile. Chi si siede dietro i banchi della pubblica amministrazione deve immedesimarsi. Bisogna dunque riformare la pubblica amministrazione. Il nostro paese ha bisogno di grandi riforme».
Al convegno hanno partecipato anche diversi tecnici che hanno manifestato le loro perplessità sulla conformazione del nuovo piano casa, evidenziandone luci ed ombre: il piano casa non è, ad esempio, applicabile agli edifici nati prima del 31 Dicembre 1950. Ha concluso la presentazione il Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, che ha commentato: «Questo incontro inaugura un metodo di sussidiarietà e collaborazione tra i comuni e la regione. Noi, come amministrazione, colleghiamo la nostra esperienza alle istituzioni sovraordinate. La regione si interfaccia con le esigenze reali dei comuni».