70° Anniversario della liberazione dal Nazifascismo

L'anniversario raccontato dall'Associazione combattentistiche e d'armi

sabato 25 aprile 2015 8.16
Ricorre quest'anno il 70° anniversario della Liberazione. Numerose sono le iniziative promosse in tutta Italia per celebrarlo.
Le associazioni combattentistiche e d'arma di Molfetta (Eredi della Storia, Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra, Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Istituto Nazionale del Nastro Azzurro, Associazione Nazionale Carabinieri e Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia) parteciperanno ad una messa in suffragio dei Combattenti e dei Martiri della Resistenza Domenica 26 Aprile alle ore 10:00 presso la chiesa di san Domenico, ove sarà letta la celeberrima "Preghiera del Caduto".
Dopo settant'anni da quei tragici eventi il sogno dei combattenti per la libertà è divenuto realtà: l'Italia è una democrazia, l'Europa è unita e la diplomazia ed i trattati sono la principale forma di discussione e confronto tra gli stati.

«Il 25 Aprile del 1945 il partigiano Alessandro Pertini comunicò alla radio un celebre proclama in cui invitava tutte le forze belligeranti a compiere lo sforzo finale, ponendo le forze naziste e fasciste davanti al dilemma di "Arrendersi o perire!"».
Comincia così la nota di Sergio Ragno, sena ombra di dubbio tra gli esponenti di punta delle associazioni combattentistiche e d'armi a Molfetta e nei dintorni. «La liberazione dell'Italia avvenne definitivamente nei primissimi giorni del Maggio 1945, ma - continua - il giorno dell'esemplare discorso radiofonico dell'indimenticato ex Presidente della Repubblica fu scelto dai padri costituenti per ricordare questo importantissimo episodio della storia Italiana.
A concorrere alla riunificazione della penisola secondo i valori democratici, liberali ed egualitari furono il coraggio, il sacrificio, l'abnegazione di donne e uomini che nel Settembre 1943 decisero di combattere il regime dittatoriale fascista ed i reparti di occupazione tedeschi.
In primo luogo ricordiamo i reparti del Regio Esercito di stanza nel Sud Italia, composti di giovani di appena vent'anni, che per primi si opposero alla discesa della Wermacht arrestandone l'avanzata tra la Puglia, la Basilicata e la Campania. Questi reparti confluirono nell'esercito cobelligerante del nascente regno d'Italia del Sud, che si distinse in numerosi atti di valore sia sulla linea Gotica che sulla linea Gustav.
Meno fortunati furono i reparti sparsi per l'Europa, che furono imprigionati nei campi di concentramento e condivisero le sofferenze dei lager con la popolazione ebraica ed i militari, già prigionieri delle precedenti campagne tedesche, come russi, inglesi e francesi.
Una piccola ma agguerrita parte scelse invece di nascondersi sulle montagne e combattere contro le preponderanti forze nemiche: erano i primi nuclei partigiani. Questi uomini e queste donne, con l'appoggio della popolazione, si batterono contro le forze nazifasciste della Repubblica di Salò fino ad arrivare a liberare le principali città italiane del Nord prima che l'esercito anglo-americano sfondasse la linea Gotica. I protagonisti della Resistenza Italiana si riunirono nel secondo dopoguerra in alcuni importanti sodalizi, tuttora esistenti, come: l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), la Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL) e la Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane (FIAP)».

Partigiani molfettesi

Sasso Amleto
Vilardi Andrea
Modugno Gaspare
Allegretti Graziano
Abbattiscianni Giovanni
Abbattista Giuseppe
Brattoli Paolo
Camporeale Sergio
Lobasso Salvatore
Coppolecchia Paolo
De Palma Mauro
Fedele Giovanni
Gadaleta Antonio
Mezzina Domenico
Marino Mauro
Mastromauro Giovanni
Minervini Corrado
Malcangi Domenico
Orvieto Pasquale
Piscitelli Angelo
Pasculli Pasquale
Racanati Cosimo
Salvemini Giuseppe
Samarelli Mauro
Squeo Paolo
Tonti Alfonso
Visentini Giovanni
Petroli Pasquale

Furono vittime della rappresaglia tedesca,
il capitano Manfredi Azzarita, di anni 31 (Fosse Ardeatine – Roma),
Manente Mauro di anni 31 (Santa Giustina in Colle),
Tiberio Pansini.