66 anni dalla morte di Giuseppe di Vittorio. Venerdì commemorazione a Molfetta
Sarà deposta una corona di fiori sotto il busto che lo rappresenta in villa comunale
mercoledì 1 novembre 2023
In piazza Garibaldi (villa comunale di Molfetta), a poca distanza l'uno dall'altro, ci ergono due busti raffiguranti Gaetano Salvemini e Giuseppe di Vittorio. Uno professore universitario, l'altro bracciante agricolo. Entrambi, però, avevano capito che solo con la cultura e l'istruzione i lavoratori avrebbero potuto emanciparsi.
Nel '49, in previsione della distribuzione delle terre a seguito della riforma fondiaria, nella sede della Camera del Lavoro CGIL di Cerignola, alla presenza di Gaetano Salvemini, era stata istituita una sorta di scuola della firma per insegnare ai braccianti, quasi tutti analfabeti, a scrivere il proprio nome e cognome per poter firmare il contratto di assegnazione della terra. Durante una sosta, prendendo la parola, Salvemini disse: "Ora, dopo la scuola della firma, dovete continuare a istruirvi, perché i potenti hanno sempre puntato sulla vostra ignoranza. E questo lo sapeva benissimo il vostro illustre paesano, segretario generale della Cgil. Egli da bracciante è diventato deputato ed è stato la prima voce dei lavoratori della terra a farsi sentire nel Parlamento della Repubblica italiana. Mi riferisco, voi lo avete capito, a Peppino Di Vittorio".
A questo punto, uno dei braccianti si fece avanti e chiese la parola. Salvemini lo invitò accanto a sé e il bracciante alto, robusto, un fazzoletto rosso legato al collo a gran voce, disse: "Peppine nuste ha scupert u vucabularie 'ncarcere. Mo u munne jé cchiene de paraul. E ci nallj se, te 'fanne foere".(Il nostro Peppino ha scoperto il vocabolario in carcere. Oggi il mondo è pieno di parole. E se non le conosci, ti fanno fuori).
Salvemini volle abbracciare ad uno ad uno tutti i braccianti ricordando loro l'insegnamento di Peppino di Vittorio e il valore dell'istruzione. Per ricordare Giuseppe di Vittorio a sessantasei anni dalla sua scomparsa i compagni della Camera del Lavoro CGIL venerdì 3 novembre alle ore 9:30 deporranno una corona di fiori sotto suo il busto insieme al segretario provinciale Domenico Ficco e al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.
I lavoratori e i cittadini sono invitati a partecipare.
Nel '49, in previsione della distribuzione delle terre a seguito della riforma fondiaria, nella sede della Camera del Lavoro CGIL di Cerignola, alla presenza di Gaetano Salvemini, era stata istituita una sorta di scuola della firma per insegnare ai braccianti, quasi tutti analfabeti, a scrivere il proprio nome e cognome per poter firmare il contratto di assegnazione della terra. Durante una sosta, prendendo la parola, Salvemini disse: "Ora, dopo la scuola della firma, dovete continuare a istruirvi, perché i potenti hanno sempre puntato sulla vostra ignoranza. E questo lo sapeva benissimo il vostro illustre paesano, segretario generale della Cgil. Egli da bracciante è diventato deputato ed è stato la prima voce dei lavoratori della terra a farsi sentire nel Parlamento della Repubblica italiana. Mi riferisco, voi lo avete capito, a Peppino Di Vittorio".
A questo punto, uno dei braccianti si fece avanti e chiese la parola. Salvemini lo invitò accanto a sé e il bracciante alto, robusto, un fazzoletto rosso legato al collo a gran voce, disse: "Peppine nuste ha scupert u vucabularie 'ncarcere. Mo u munne jé cchiene de paraul. E ci nallj se, te 'fanne foere".(Il nostro Peppino ha scoperto il vocabolario in carcere. Oggi il mondo è pieno di parole. E se non le conosci, ti fanno fuori).
Salvemini volle abbracciare ad uno ad uno tutti i braccianti ricordando loro l'insegnamento di Peppino di Vittorio e il valore dell'istruzione. Per ricordare Giuseppe di Vittorio a sessantasei anni dalla sua scomparsa i compagni della Camera del Lavoro CGIL venerdì 3 novembre alle ore 9:30 deporranno una corona di fiori sotto suo il busto insieme al segretario provinciale Domenico Ficco e al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.
I lavoratori e i cittadini sono invitati a partecipare.