32 anni dalla strage di via D'Amelio. Minervini: «Un periodo buio per la nazione»
Le parole del primo cittadino di Molfetta
venerdì 19 luglio 2024
10.20
Anche il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha voluto dedicare un pensiero al ricordo della strage di via D'Amelio in cui perse la via il giudice Paolo Borsellino:
"Sono trascorsi 32 anni ma è come se fosse accaduto ieri, anzi oggi. Il 19 luglio del 1992 in via D'Amelio, a Palermo, rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. I contorni di quella strage sono ancora poco chiari".
"Borsellino fu ucciso 57 giorni dopo l'attentato al giudice Giovanni Falcone. "Ora tocca a me" aveva detto quando aveva appreso della morte del suo collega e amico Falcone. E così è stato. E non è stato evitato. Un anno orribile, un periodo buio che ha segnato l'intera nazione e che non può e non deve tornare".
"Ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone e di tutte le altre vittime del sistema è un dovere morale. A noi il compito di esortare al rispetto delle leggi, della legalità, al rispetto dell'altro, all'esterno e all'interno delle Istituzioni, al coraggio della responsabilità che non incita le folle, non crea odio, non crea nemici da abbattere, non prepara il terreno per azioni dissennate. Tutti dobbiamo impegnarci per sconfiggere dal nascere le sacche di illegalità. Con coraggio e determinazione".
Il profumo della libertà da ogni condizionamento deve superare la paura e la mistificazione.
"Sono trascorsi 32 anni ma è come se fosse accaduto ieri, anzi oggi. Il 19 luglio del 1992 in via D'Amelio, a Palermo, rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. I contorni di quella strage sono ancora poco chiari".
"Borsellino fu ucciso 57 giorni dopo l'attentato al giudice Giovanni Falcone. "Ora tocca a me" aveva detto quando aveva appreso della morte del suo collega e amico Falcone. E così è stato. E non è stato evitato. Un anno orribile, un periodo buio che ha segnato l'intera nazione e che non può e non deve tornare".
"Ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone e di tutte le altre vittime del sistema è un dovere morale. A noi il compito di esortare al rispetto delle leggi, della legalità, al rispetto dell'altro, all'esterno e all'interno delle Istituzioni, al coraggio della responsabilità che non incita le folle, non crea odio, non crea nemici da abbattere, non prepara il terreno per azioni dissennate. Tutti dobbiamo impegnarci per sconfiggere dal nascere le sacche di illegalità. Con coraggio e determinazione".
Il profumo della libertà da ogni condizionamento deve superare la paura e la mistificazione.