Scuola e Lavoro
Dodici filastrocche in melodia
Alla Poli i mestieri raccontati da Rodari diventano canzoni
Molfetta - venerdì 23 maggio 2014
15.45
Endrigo, Cocciante, Zucchero, Casei, Equipe 84, Fabri Fibra, De Gregori, e Gianni Rodari. Apparentemente questi nomi non hanno nulla in comune; i primi sono cantautori, l'ultimo è un noto scrittore e poeta di favole e filastrocche per bambini. Ma se ben combinate le musiche dei primi con le parole di Rodari diventano una singolare perfomance. E' quello che è nato dal progetto "La musica e i colori delle parole nelle filastrocche e nelle favole di Gianni Rodari", organizzato nell'ambito del piano dell'offerta formativa dalla scuola media "Poli", finanziato con i fondi europei.
Il progetto ha visto la partecipazione di ventisei alunni di prima media di varie sezioni, guidati dalla tutor Laura Tatulli e dal maestro Giuseppe Amato, che in sole cinquanta ore hanno dimostrato che è possibile avvicinare e far appassionare al mondo della musica i giovanissimi, basta dare loro gli stimoli giusti. Durante il corso ai ragazzi sono stati forniti i primi rudimenti della musica, attraverso lo studio di alcuni strumenti musicali come la chitarra, il flauto contralto, flauto dolce, il clarinetto.
La serata conclusiva del progetto è stato un mix di note e di suoni, impreziosito dal canto e dal ballo. Dodici filastrocche di Gianni Rodari, nelle sapienti mani del maestro Amato sono diventate melodie, canzoni egregiamente eseguite dagli alunni, che hanno dimostrato grande professionalità.
Filo conduttore della serata i mestieri raccontati da Rodari attraverso i colori, i profumi, i luoghi, si è evidenziata l'importanza di alcuni mestieri come il pompiere, il vigile urbano, lo spazzino, il muratore, la portinaia, il ferroviere, il bidello e quello esclusivo delle nonne, attraverso le melodie di note canzoni come "Ci vuole un fiore", "Margherita", "Diavolo in me", "Romagna mia", "Generale" piuttosto che "Rap futuristico" o le note del Limbo. Risultato: un connubio perfetto.
Come hanno detto i docenti responsabili del progetto: «si è trattata di una esperienza singolare, significativa e formativa, che ha consentito ai ragazzi di acquisire nuove competenze, che potranno essere l'inizio di un nuovo percorso».
«Queste attività extrascolastiche - ha concluso il dirigente scolastico, Michele Laudadio - devono creare entusiasmo, solo così la scuola potrà essere apprezzata non solo dal punto di vista didattico, ma anche formativo degli alunni. La musica rimane ancora un linguaggio comune, soprattutto per i giovanissimi».
Il progetto ha visto la partecipazione di ventisei alunni di prima media di varie sezioni, guidati dalla tutor Laura Tatulli e dal maestro Giuseppe Amato, che in sole cinquanta ore hanno dimostrato che è possibile avvicinare e far appassionare al mondo della musica i giovanissimi, basta dare loro gli stimoli giusti. Durante il corso ai ragazzi sono stati forniti i primi rudimenti della musica, attraverso lo studio di alcuni strumenti musicali come la chitarra, il flauto contralto, flauto dolce, il clarinetto.
La serata conclusiva del progetto è stato un mix di note e di suoni, impreziosito dal canto e dal ballo. Dodici filastrocche di Gianni Rodari, nelle sapienti mani del maestro Amato sono diventate melodie, canzoni egregiamente eseguite dagli alunni, che hanno dimostrato grande professionalità.
Filo conduttore della serata i mestieri raccontati da Rodari attraverso i colori, i profumi, i luoghi, si è evidenziata l'importanza di alcuni mestieri come il pompiere, il vigile urbano, lo spazzino, il muratore, la portinaia, il ferroviere, il bidello e quello esclusivo delle nonne, attraverso le melodie di note canzoni come "Ci vuole un fiore", "Margherita", "Diavolo in me", "Romagna mia", "Generale" piuttosto che "Rap futuristico" o le note del Limbo. Risultato: un connubio perfetto.
Come hanno detto i docenti responsabili del progetto: «si è trattata di una esperienza singolare, significativa e formativa, che ha consentito ai ragazzi di acquisire nuove competenze, che potranno essere l'inizio di un nuovo percorso».
«Queste attività extrascolastiche - ha concluso il dirigente scolastico, Michele Laudadio - devono creare entusiasmo, solo così la scuola potrà essere apprezzata non solo dal punto di vista didattico, ma anche formativo degli alunni. La musica rimane ancora un linguaggio comune, soprattutto per i giovanissimi».